Salute

Terno al lotto

“20 milioni di vittime”. Cosa non torna sulla stima dei morti Covid

I numeri sparati dall’Oms di Ghebreyesus sui decessi causati dal coronavirus sono attendibili? Non sempre le stime sul Covid hanno fatto centro

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Leggendo i titoloni dei giornaloni – la rima è d’obbligo per questi geni dell’informazione – la stima di 20 milioni di morti Covid nel mondo, divulgata da quell’altro genio del direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, viene presa come oro colato. Una verità assoluta che non si discute, al pari di tutte le orrende misure liberticide che, per contenere una malattia poco grave per le persone grave, sono state accompagnate dal plauso entusiastico da questi formidabili operatori dell’informazione virale.

In realtà, la stima in oggetto non è la prima che presenta importanti rilievi di criticità, come quella molto compiacente dall’Imperial College di Londra (quest’ultima guarda caso che ha visto tra i principali finanziatori la Fondazione Bill & Melinda Gates e GAVI-alleanza dei vaccini, entrambi principali sostenitori privati del programma COVAX, finalizzato a diffondere gli stessi vaccini tra i Paesi più poveri), con la quale si calcolò che i sieri magici avessero evitato almeno 20 milioni di morti.

Una cifra evidentemente divenuta una sorta di standard del terrore, visto che pure Tedros Adhanom Ghebreyesus, l’uomo che non è ha mai azzeccata una, l’ha usata per triplicare i decessi ufficiali causati dal Covid-19.

Decessi, occorre sempre ricordare, il cui conteggio non è stato affatto uniforme nel mondo. Pensiamo, ad esempio, a ciò che faceva il Belgio durante la prima fase della pandemia, calcolando tutti i morti con problemi respiratori. Tant’è che, il tasso di letalità Covid in rapporto alla popolazione era il più alto d’Europa nel 2020; per poi precipitare in seguito, quando i Belgi modificarono drasticamente la loro bislacca metodologia.

Ma anche nell’Italietta impaurita di Conte, Speranza e Draghi le cose non sembrano essere andate meglio e probabilmente per un tempo ancora più lungo, visto che ancora oggi si continuano a conteggiare tra le vittime del Covid tutti quelli risultati positivi al tampone. Tant’è che i circa 50 mila decessi annuali – un vero e proprio record nel mondo avanzato – per infezioni nosocomiali contratte nei nostri ospedali sono miracolosamente scomparse.

Merito delle prodigiose mascherine, sostengono gli entusiasti della più apotropaica misura di contenimento del virus; mentre i maligni pensano che con la scusa del Covid le morti per questa tipologia di infezioni – quasi tutte da contatto – siano entrate nel contestato cumulo delle vittime del virus.

Per quanto riguarda, infine, l’eclatante stima dell’Oms, così come è accaduto in quella citata sui vaccini salvavita, si tratta di una sorta di giochino matematico basato su complicati algoritmi (simile per capirci a quello realizzato dal CTS quando eravamo ancora agli arresti domiciliari nell’aprile del 2020, secondo il quale riaprendo tutto nel giugno successivo ci sarebbero state 151.000 persone in terapia intensiva), che ha ben poco ha che fare con la realtà, così come abbiamo potuto verificare a suo tempo.

In sostanza, lo stima in oggetto, tra le altre cose, si basa sull’enorme platea della popolazione mondiale di cui non sono noti i dati sui morti Covid, in gran parte concentrata in Asia e in Africa, dando per scontato che, con qualche correttivo legato alla età media assai più bassa di quella occidentale, il tasso di letalità apparente fosse più o meno in linea con i Paesi più avanzati e più invecchiati.

Proprio sul piano generale di queste stime, nell’agosto del 2020, il virologo Guido Silvestri in un interessante video ci spiegò perché esse lasciano il tempo che trovano. Egli paragonò il Sars-Cov-2 ad un uomo che raccoglie le pere senza scala, riuscendo a prendere solo i frutti posti sui rami più bassi, che in questa metafora rappresentano le persone più fragile. Dopodiché, man mano che la malattia si diffonde, il virus- raccoglitore trova una crescente difficoltà nella sua azione, così come in effetti sembra che siano andate le cose, al netto dei vaccini.

Stando così le cose, si deve convenire che sparacchiare queste discutibilissime stime con il crisma dell’attendibilità quasi assoluta equivale veramente a dare i numeri al lotto.

Claudio Romiti, 8 maggio 2023

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