3 ragioni per unire destra e sinistra contro Conte

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Per liberarci di “Giuseppi” Conte, che ha assunto le caratteristiche di un personaggio mutante come quelli della sagra cinematografica X-men, il ricorso alle urne sarebbe la soluzione migliore, ma l’ipotesi dello scioglimento anticipato della legislatura potrebbe avere l’effetto di puntellare la posizione dell’avvocato di Volturara Appula.

È probabile che i peones dei gruppi parlamentari pur di dare continuità alla remunerativa legislatura siano più vulnerabili ai messaggi seduttivi di Palazzo Chigi. D’altronde la riduzione dei parlamentari ha trasformato numerosi membri delle Camere in tacchini per niente disponibili ad anticipare la vigilia di Natale per finire gratinati. Le elezioni non sono una sciagura e l’ostilità a concedere la parola agli italiani è il sintomo della paura, che alberga nei 5 stelle e nel Pd, di subire l’implacabile giudizio popolare. Prevale nelle forze di governo la volontà dell’autoperpetuazione e tutto ciò che potrebbe rimuovere la loro permanenza al potere, come le democratiche consultazioni popolari, è vissuto come una minaccia da eludere in attesa di tempi migliori.

Tuttavia, il rischio che l’avvisaglia delle elezioni possa innescare processi di autotutela in alcuni parlamentari, facendoli convergere verso soluzioni di blindatura della legislatura con l’attuale configurazione di governo, dovrebbe suggerire al centrodestra di rendersi disponibile a forme transitorie di collaborazione, prevedendo come clausola irrevocabile lo sfratto dell’inquilino di Palazzo Chigi. Per tre ordini di motivi.

1. L’eventuale operazione politica orientata alla responsabilità nazionale esige di liberare il campo dal premier in pochette che è diventato il simbolo della degenerazione trasformistica.

2. Occorre fare presto perché il quadro socio-economico è in costante deterioramento e si moltiplicano le aree del disagio. Abbiamo 80 mila richieste di cassa integrazione giacenti e ancora inevase dall’Inps con un differenziale fra domande presentate e quelle autorizzate che certifica il sintomo di una macchina burocratica asmatica, che non riesce a placare, seppure parzialmente, il malessere degli operatori economici. Il sistema imprenditoriale ha registrato, a causa del Covid, una perdita di fatturato pari a 420 miliardi di euro. Tuttavia, il governo ha stanziato 29 miliardi di euro in sostegno delle imprese, intervenendo in modo insufficiente con una copertura del 7% rispetto alla dimensione complessiva delle privazioni economiche patite dalle aziende.

3. Non si vede la luce in fondo al tunnel anche a causa di un piano vaccinale in affanno, mentre paesi come la Germania hanno annunciato che entro la fine dell’estate verrà completata la campagna di vaccinazione. Troppi ritardi sul fronte sanitario ed economico con il Recovery Plan orientato su misure palliative e carente di una visione strategica.

La fragilità politica del governo si è conclamata con la fiducia espressa dalla maggioranza relativa del Senato alle comunicazioni del premier Conte, che avrebbe dovuto dimettersi per agevolare le consultazioni quirinalizie allo scopo di verificare la disponibilità di un’ampia maggioranza su un progetto di unità nazionale. Ma Conte si ostina ad anteporre la sua sorte agli interessi del Paese, avviando una invereconda sessione invernale della campagna acquisti, offrendo poltrone e diritti di opzione sulla prossima legislatura. Il mercimonio istituzionale va interrotto, sfrattando il tenutario di Chigi e sottraendo il Paese agli abusi dell’incompetenza.

Andrea Amata, 23 gennaio 2021

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