Politica

Abracadabra, gli onorevoli si riassegnano il vitalizio

Arriva l’ok del Senato per l’assegno agli ex senatori ante 2012. No da Lega e FdI, a favore un ex M5s e astensione del Pd

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Correva l’anno 2012 quando in linea con la riforma pensionistica, anche ai parlamentari era stato applicato il sistema contributivo e non più retributivo. Ma adesso arriva lo stop al taglio per i vitalizi destinati agli ex senatori che avevano maturato il diritto all’assegno prima del 2012. È quanto prevede una delibera del consiglio di garanzia del Senato che annulla quella di segno opposto a firma M5s risalente al 2018. Decisivo il voto del presidente del consiglio di garanzia Luigi Vitali (ex FI).

Chi ha votato

La decisione è arrivata con un voto che ha visto il “no” da parte dei componenti di Lega e FdI, il “sì” di un componente del consiglio ex M5s e l’astensione del Pd, mentre il presidente, l’azzurro Luigi Vitali, ha votato, come detto, “sì” risultando decisivo. La delibera è stata votata nell’ultima seduta dell’organismo parlamentare che è stato rinnovato con la nuova legislatura ed era finora composto da Luigi Vitali (ex senatore FI), Ugo Grassi (ex M5s), Alberto Balboni di FdI, Pasquale Pepe della Lega e Valeria Valente del Pd. In base a una sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto riferimento alle pensioni d’oro – la delibera ha deciso per la temporaneità dell’applicazione del taglio, facendolo finire con l’avvio della nuova legislatura.

L’attacco del M5s

La reazione del Movimento 5 Stelle non si è fatta attendere. “Misure contro il carovita, l’aumento di mutui e degli affitti? Macché. I patrioti di Giorgia Meloni evidentemente hanno altre priorità: il ripristino dei privilegi per i parlamentari. Il Consiglio di garanzia del Senato – composto per quattro membri su cinque da esponenti del centrodestra e purtroppo senza nessun rappresentante dei 5 Stelle – ha ripristinato alla chetichella i vitalizi per i senatori delle passate legislature”. Così si è espresso, tramite i suoi canali social, il leader del Movimento Giuseppe Conte. “Un privilegio – ha aggiunto ancora l’ex premier – che il Movimento 5 Stelle aveva cancellato nel 2018. Proprio nell’ultimo giorno utile il centrodestra ha messo a punto questo colpo di mano, confezionando un regalo a chi già gode di vantaggi e trattamenti di favore, dimenticando cittadini e imprese che ogni giorno si sacrificano per sbarcare il lunario. Ecco cosa c’è sotto la maschera dei patrioti: nulla per cittadini, solo favori agli amici di Palazzo”, ha concluso Conte.

La risposta di FdI a Conte

La risposta a Giuseppe Conte è arrivata dal senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama e componente del Consiglio di Garanzia. “Conte prima di parlare si informi. Magari dall’ex parlamentare eletto nel 2018 nelle file del M5s, senatore Grassi. Le votazioni sono andate esattamente al contrario di quello che dice Conte. Evidentemente mente sapendo di mentire. Il mio voto è stato contrario al ripristino dei vitalizi e per correttezza non dico come hanno votato i miei colleghi”, ha detto. “La decisione è passata con il voto decisivo del cosiddetto campo largo, cui aspira l’ex premier dei 5 Stelle. Aspetto le scuse da Conte, o devo concludere che è un bugiardo”, ha aggiunto Balboni.

Il motivo del ripristino 

In Commissione sono stati fatti i nuovi calcoli, Si aspettano ora le motivazioni dell’organismo presieduto dall’azzurro Luigi Vitali, per capire il meccanismo applicato. “Oggi dopo un lungo approfondimento il Collegio di Garanzia ha deliberato sui vitalizi ritenendo legittimo il taglio ma errato il metodo di calcolo – hanno fatto sapere i relatori Vitali e il leghista Ugo Grassi – Per questi motivi è stata dichiarata l’illegittimità della delibera dell’ufficio di presidenza n.6 del 2018 nella parte in cui ha preso come età di riferimento per il calcolo del montante l’età del Senatore al momento della percezione del vitalizio anziché quella successiva alla delibera stessa”.

Carlo Toto, 7 luglio 2023

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