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“Abusi con il green pass”. Allarme del Garante

Segnalazioni al garante sull’app per il controllo del green pass: “Uso illegittimo”

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Non solo il green pass soffre di un’enorme falla, scoperta solo di recente. Ma pare che in giro ci sia anche un certo “abuso” del super green pass. Al Garante della Privacy sono arrivate infatti segnalazioni da parte di molti cittadini che lamentano l’uso da parte di albergatori o datori di lavoro dell’app per il super lasciapassare anziché quella per la versione base, lasciando così fuori dagli alberghi o dai luoghi di lavoro persone non vaccinate che però avrebbero tutto il diritto di entrare.

Prima di tutto, occorre mettere ordine. Il super green pass, come noto, è quella certificazione che possono vantare solo vaccinati e guariti. Il green passa base, invece, lo si può ottenere anche con un tampone rapido o molecolare ogni 48 ore. Per chiarire chi può fare cosa nelle vari situazioni ci vorrebbero ore (non a caso il governo ha previsto una decina di pagine di spiegazioni), quindi ci limiteremo alla sola zona bianca. Per andare al ristorante al chiuso, al cinema, a teatro, allo stadio, in discoteca, in un bar, pub o pasticceria, è necessario avere il super green pass. Quello base, invece, riservato ai “no vax”, è sufficiente per viaggiare sui mezzi pubblici, per presentarsi al lavoro, andare in palestre, piscine, impianti sciistici, alberghi o per accompagnare pazienti in ospedale.

Bene. Il problema è che, a quanto pare, qualcuno chiede il super green pass pure dove non necessario. Sarà colpa delle norme borboniche che farebbero diventare matto anche un ingegnere nucleare? Possibile. Stessa situazione, 10 possibili scenari diversi: districarsi in questo ginepraio diventa impossibile. Ma gli effetti rischiano di essere discriminatori.

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