Cronaca

ESCLUSIVA

Agente ferito dallo straniero: “Vi uccido”. Paura per la nuova ‘arma’

Arrestato a Catania un gambiano per resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio. Irregolare, aveva precedenti

Catania agente ferito da un gambiano

Molti dei casi di cronaca si svolgono in maniera così identica tra loro da diventare quasi noiosi. L’abitudine è un potente isolante. Per cui dopo l’omicidio di Rovereto, dove un nigeriano senza fissa dimora ha ammazzato una povera pensionata in una sera d’agosto, non fa così strano venire a sapere che la polizia di Catania, proprio ieri sera, ha arrestato un cittadino gambiano per resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio.

Storie viste e riviste, anche in città dove il problema principale resta la guerra tra clan mafiosi. Stavolta però c’è un particolare in più a spaventare gli operatori: una nuova “arma” il cui dettaglio sta girando di chat in chat tra gli appartenenti alle forze dell’ordine. Si tratta di “anelli” modificati “a mo’ di amo da pesca”, in fil di ferro e con le punte rivolte verso l’esterno, usati come una sorta di tirapugni in grado di ferire le vittime. “È l’ultima novità in tema di aggressione ai colleghi”, si legge nei messaggi che volano di cellulare in cellulare. Sebbene ieri i poliziotti siano stati feriti con un collo di bottiglia, e non con questi anelli, la preoccupazione tra gli addetti ai lavori è alta. Le foto, che Nicolaporro.it può pubblicare, mostrano il pericoloso oggetto sulla mano del gambiano fermato ieri sera.

Catania, feriti due poliziotti

Tutto inizia nella tarda serata di ieri quando alla polizia arriva una segnalazione: un immigrato, brandendo una bottiglia di vetro, sta spaccando i vetri delle auto in sosta in via Maddem. Sul posto si precipitano le pattuglie. La prima individua lo straniero, lo avvicina e gli intima di buttare a terra la bottiglia. L’uomo sul momento obbedisce e tutto sembra risolversi per il meglio. Poi lo scatto improvviso: tira fuori dalla tasca un’altra bottiglia e, dopo averla spaccata a metà, si scaglia contro i poliziotti che cercano di fermarlo con lo spray al peperoncino. “Vi uccido”, urla. Il primo agente viene ferito al sopracciglio destro con il collo della bottiglia. Il secondo se la vede brutta: l’aggressore tenta di colpirlo alla gola, forse per ucciderlo, e per pochi centimetri non affonda il colpo lì dove avrebbe potuto provocare un’emorragia letale. Questione di centimetri. Le foto mostrano il sangue colare dalle ferite riportate sulla parte alta del collo e dall’orecchio destro.

Pochi istanti dopo un’altra pattuglia riesce a bloccare l’immigrato: identificato e arrestato, è stato trasferito nel carcere della città etnea.

Chi è il gambiano arrestato

Il gambiano in questione, un po’ come il senegalese di Rovereto, non è nuovo alle forze dell’ordine. Sul suo capo pendono numerosi precedenti, senza contare che risulta irregolare sul territorio nazionale. Non doveva essere lì, insomma, proprio come l’assassino di Iris Setti che sulle spalle aveva denunce per resistenza, violenza e danneggiamento. “La città di Catania negli ultimi periodi è stata protagonista di eventi criminosi che hanno destato allarme sociale – racconta Giuseppe Sottile, segretario Fsp Catania – Noi poliziotti catanesi percepiamo la sempre più pressante richiesta di sicurezza da parte dei cittadini impauriti e disillusi, ma da tempo lamentiamo anche il ristretto numero di pattuglie preposte al controllo del territorio per una realtà complessa ed articolata come questa. Siamo stanchi e disincentivati per il costante supplire a carenze ataviche di risorse umane: l’allarme sociale e i malumori si intensificano mentre l’operatore di Polizia si ritrova sempre più solo, contro tutti e tutto”.

Giuseppe De Lorenzo, 7 agosto 2023

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