Politica

Ah Scurati, ma che **** stai a dì?

Lo scrittore presunto censurato sarà alla piazza di Michele Serra per l’Europa. Vuole la Difesa ma non le armi. Il resto non si capisce granché

© MistikaS tramite Canva.com

Se questo è uno scrittore. No, uno che scrive roba come “a pieno” e “mi ha procurato – a me come ad altri” è un dannatissimo sgangheratissimo influencer. Non esiste a pieno! Sei uno scrittore o un benzinaio, Scurati? Questo pesce lesso della pseudoletteratura ha inflitto ai lettori di Repubblica, che del resto se lo meritano, due pipponi in successione uno per spiegare come fa ad essere pacifista belligerante, l’altro per spiegare ciò che non aveva saputo spiegare la prima volta. Un soliloquio patetico all’insegna del più puro solipsismo (“atteggiamento di chi risolve ogni realtà in sé medesimo”), ovvero: per carità, non giudicatemi, capitemi e compratemi oggi, candidatemi domani.

Ma non c’è niente da capire in una prosa incommestibile, a colpi (bassi) di “Lo ribadisco: dobbiamo ritrovare il senso della lotta; della lotta, sottolineo, non della guerra. Spirito combattivo e spirito guerriero non sono la stessa cosa”, “Difesa comune non significa riarmo, significa risveglio”, “pacifismo attivo”: sarebbe? L’ipocrisia sfondata della sinistra tattica, che modula i valori in funzione dell’occasione e dell’interlocutore ma resta pateticamente egoriferita.

Ma che vuole, questo Scurati? O, per dirla col Braciola: “Ah Scurati: ma che cazzo stai a dì!?”. Che vuole con le sue artico-lesse sul suo essere pacifico “guerriero d’Europa”, ma tu pensa se uno compera il giornale per sorbirsi certe boiate, la geopolitica for dummies, i passaggi retorici all’acqua pisciarella, “se vuoi la pace prepara la pace”, roba da Miss Italia, “Sto forse suggerendo che dovremmo tornare ad essere veri e propri guerrieri? Niente affatto”, e siamo già a “Febbre da cavallo”, “vogliamo forse negare di essere giocatori di cavalli?”, e vai col tango, presidente. Come no: uno, quattordici e quattro, no, dico: uno-quattordici-e-quattro!, e Piripicchio è figlio di Uragano e Apocalisse.

Che vuole questo Scurati geostratetico della retorica citofonata, da bar sport? Per conto di chi rompe? Ma del Pd, ça va sans dire, per il quale chissà forse si sbatte in attesa di farsi mandare dalla mamma a prendere il bonifico della BCE, ossia per se stesso medesimo. E allora è costretto alle contorsioni dell’acrobata sul trapezio, tanta lagna scritta incredibilmente male, da influencer che tra una ristrutturazione vaginale e l’altra passa alla Gintoneria, per dire che loro, essi, lui, per carità, mai contro la Russia, l’Unione Sovietica resta madre patria, però, sapete, oggi l’Unione Europea dice così e allora si fa così; domani sarà un altro momento.

Ne deriva una certa mancanza di serietà, perché non ce la si fa neppure con le peggiori intenzioni della stupidità e del conformismo trinariciuto a prendere sul serio uno che arriva a scribacchiare della “nostra meravigliosa Costituzione”, alla Benigni, per lisciare il solito Mattarella, ad attorcigliarsi attorno a certi trucchetti anafestici, in senso mascettiano – “lo vede il dito che stuzzica?” – per cui riarmarsi oggi serve ad impedire le guerre balcaniche di ieri, mosse dalla sinistra governativa dei D’Alema, ma questo si può evitare di ricordarlo, almeno se abbiamo decifrato qualcosa da una prosa così fumosa, così involuta. Così influencer. Parlet cume te manget, Scurati! Per dire andiamo al sodo, su, dai, bocce ferme, le cose stanno come stanno ed è ignobile confonderle col fumus delle parole vane: il glorioso piano di riarmo della Baronessa già Siringa, oggi Spingarda, serve alle seguenti cose: rilanciare l’industria tedesca tramite gli armamenti dopo la desolante performance commerciale sulle auto elettriche; mantenere la corruzione endemica alla Ue oggi un po’ in difficoltà dopo la fine dell’elettrico, delle politiche truffaldine green e dei vaccini; fornire forze di polizia comuni per imporre le prossime misure repressive e concentrazionarie; creare un nuovo lockdown globale sulla falsariga di quello sanitario. In altre parole, la natura maligna, criminale dell’Unione Europea della quale i nostri Mattarella dicono che non è mai abbastanza, che ce ne vuole di più.

Per questa roba biblica i pacifisti si mettono l’elmetto, lasciano giù la lacera bandiera arcobalenata, stendardo di mille battaglie cialtronesche, e sfilano con le lobby cattoliche, sotto i labari di un improbabilissimo bellum iustum. Ma lasciassero perdere sant’Agostino! Qui di giusto c’è solo il calcolo di quelli che sono per la pace siccome non vogliono andare di traverso al Putin neozarista e, specularmente, sono per la guerra “contro le guerre” per l’inverso motivo, perché glielo chiede l’Europa e allora sacrificano il mito.

“Se vuoi la pace, prepara la pace. Parole sacrosante. Le condivido a pieno. E aggiungo: se vuoi preparare la pace, sforzarti di comprendere la guerra”. Ha parlato Sun Tzi. No, non si possono reggere simili paraguraggini ultratrash: e basta!, come direbbe con una smorfia d’insofferenza Bud Spencer. E basta con ‘sti girotondi allo specchio, basta con questo salir sul destriero e predicare in tutte le direzioni, basta con ‘sti guerrasfondai demagogici, basta con questo distiungersi per distinguersi, per fregarsi a vicenda l’attenzione. Non bastava lo sprofondo rosso del gonzo journalism precipitato in Ginto journalism, mancavano gli autospiegoni dei carrieristi letterari con la consistenza culturale di Lara Comi.

Ho visto S che spiega S che fraintende S che supercazzola S. Dai, che anche lessicalmente sei pronto alla candidatura con Elly, quella che dice salto quantistico per dire qualitativo, roba del tutto compatibile. Così la finisci una buona volta di scassare i cabasisi, la grammatica e l’analisi logica.

Max Del Papa, 14 marzo 2025

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