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Alexandria, la signorina “tasse&make up” che fa impazzire i giornaloni

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I giornaloni nostrani hanno un nuovo idolo al di là dei confini, che trattano con lo stesso fervore onanistico e provinciale già visto in casi analoghi: Alexandria Ocasio-Cortez. È una congressista alla prima legislatura, eppure, in mezzo a quelle macerie che una volta erano il campo democratico Usa (foriero di mitologie farlocche per i nostri progressisti almeno da Kennedy in poi) tanto basta.

Pochi giorni fa Il Corriere della Sera, con tanto di fotonotizia in prima della signorina, ci annunciava che ella è solita tenere lezioni ai deputati “più anziani” su come migliorare la propria immagine su Twitter. “Spontanea ma anche coraggiosa”, abbondano le locuzioni para-veltroniane per incensare “la nuova fashion icona socialista” (come ha titolato perfino Il Sole 24 Ore), qualunque cosa voglia dire. Già, alla ventinovenne arrivata in pochi mesi dal bancone di un bar di Manhattan a Capitol Hill grazie al dinamismo delle opportunità tutto americano piacerebbe molto introdurre il “socialismo” negli States, e questo manda in fregola tutto l’establishment culturale di quaggiù.

La summa giornalistica l’ha raggiunta ieri il Corriere online: “Alexandria rompe un altro tabù. Eccola influencer di bellezza”. La “nuova stella dem” (come da titolo ripetuto all’infinito) ha infatti voluto condividere coi suoi “oltre due milioni di follower Instagram” la propria “routine di bellezza quotidiana”. Punto focale del dibattito: “definisce il suo regime un mix tra ricerca scientifica e K-beauty, la cosmesi coreana a base di centella, camelia e fiori orientali”. E, ovviamente, Alexandria lo teorizza “disinvolta come sempre”. Dev’essere la stessa disinvoltura con cui ha proposto “il 70% di tasse sui ricchi”, come se il perseguimento della felicità che è anche benessere materiale negli Stati Uniti fosse una colpa, e non un diritto inalienabile scolpito nella Dichiarazione d’Indipendenza.

D’altronde, essere una tassatrice compulsiva rappresenta un ulteriore merito, per il Giornale Unico nostrano. Ma anche da queste parti siamo rincuorati: l’agenda “Tasse & Make Up” è infatti la miglior garanzia per la rielezione di Trump nel 2020.

Giovanni Sallusti, 31 gennaio 2019

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