Politiche green

Alluvione in Romagna, chi sono i responsabili morali

La tragedia in Emilia-Romagna è la conseguenza di anni e anni di politiche ambientaliste fatte di soli slogan

Politiche green

Se veramente vogliamo che eventi come l’alluvione in Romagna – che, tra l’altro accadono ogni anno, ora qua ora là – non accadano più bisogna individuare i responsabili e metterli nelle condizioni di non nuocere più. Non sto invocando la galera per nessuno, sto solo dicendo che una volta chiaro chi sono i responsabili, sarà chiaro come agire nel futuro. E i responsabili morali sono tutti coloro che negli ultimi 20 anni ci hanno detto che per scongiurare problemi che possono emergere dai mutamenti climatici bisogna ridurre le emissioni di CO2, installare impianti fotovoltaici e parchi eolici, incappottare le case, smettere di produrre auto a combustione.

Giusto per non fare nomi, si pensi alla signora Ursula von der Layen, col suo Green new deal da 300 miliardi l’anno per trent’anni; o alla Unione europea che nel 2008 approvò il pacchetto 20-20-20 per il clima; o a quelli che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto nel 2003. Denaro delle nostre tasse speso col preciso proposito di cambiare il clima. Denaro che è stato stornato dai veri provvedimenti che si sarebbero dovuti prendere: realizzazione di invasi montani ove raccogliere l’acqua prima che vada precipitosamente a valle; acqua utilizzabile nei periodi siccitosi. In Italia piovono ogni anno oltre 250 chilometri-cubi d’acqua, ma il fabbisogno annuo italiano si attesta a meno di 20 chilometri cubi (la metà per l’agricoltura e la metà per le esigenze industriali e civili). Quanti impianti fotovoltaici avremmo dovuto installare per evitare l’alluvione in Romagna o la siccità in Piemonte?

Cerchiamo di comprendere bene questo punto. Non sto dicendo che il denaro è stato speso per altre cose (impianti fotovoltaici, etc.) anziché per proteggersi dalle alluvioni ed esser pronti ad affrontare periodi siccitosi (invasi, etc.). Sto dicendo che è da vent’anni che ci dicono che per proteggersi dalle alluvioni ed esser pronti ad affrontare periodi siccitosi, anzi, addirittura per evitare che accadano alluvioni e per evitare che ci siano periodi siccitosi bisogna attuare la transizione energetica che consiste, appunto, nell’installare impianti fotovoltaici, etc.

Il Protocollo di Kyoto nacque come provvedimento per combattere i cambiamenti climatici, e ad ogni evento climatico severo la gran cassa degli avvoltoi ha suonato una sola nota: approvare quel Protocollo. E il Pacchetto 20-20-20 che la Ue ha approvato nel 2008 si chiamava Pacchetto-per-il-Clima: il primo 20 significava ridurre le emissioni di CO2 del 20%, il secondo 20 significava aumentare del 20% l’uso di eolico e fotovoltaico e il terzo 20 significava aumentare l’efficienza e il risparmio energetico (cappotti alle case e simili idiozie).

Fiumi di denaro delle nostre tasse sono stati devoluti in provvedimenti inefficaci ed inefficienti, e sono stati ignorati i provvedimenti che avrebbero salvato vite umane e disastri economici. Ma credete che gli avvoltoi abbiano smesso? Ancora oggi si legge sui peggiori organi d’informazione del Paese che per evitare questi disastri bisogna accelerare sulla transizione energetica. Avvoltoi che non si fermano neanche davanti ai morti. Troppa gola fa quel denaro nelle tasche di chi ha le mani sporche di sangue. Il fabbisogno elettrico italiano è di 34 GW e dal 2007 a oggi hanno installato 24 GW di fotovoltaico. Ventiquattro gigawatt di impianti pressoché inutili, ma che hanno fruttato, a star molto bassi, 100 miliardi di denaro pubblico a chi ce li ha venduti in nome della protezione dai mutamenti climatici. Ancora oggi ci sono politici che, coi corpi dei morti ancora caldi, insistono con la transizione energetica.

Stanno mandando avanti ignoranti cronici, disturbati mentali, imbrattatori di dipinti e monumenti, teste senza cervello, utili idioti, per continuare ad arricchirsi sulla pelle di vittime innocenti. Qualcuno ha lamentato di dove fosse la signora Elly Schlein, a quanto pare con la delega alle politiche climatiche nella Regione Emilia-Romagna. Ma stava a fare il suo dovere! E il suo dovere era installare impianti fotovoltaici. Cos’altro sennò?

Franco Battaglia, 20 maggio 2023

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