Il podcast di Sallusti

Amab e Afab: l’ultima follia Lgbt per cancellare “uomo” e “donna”

Il podcast di Alessandro Sallusti del 30 marzo 2023

Tolleranza è concedere a ogni altro essere umano tutti i diritti che si reclamano per se stessi. Ecco, certi diritti a me non interessano e forse per questo a volte divento intollerante.

 

Mi dicono che l’ultima novità dal magico mondo LGBT, il mondo fluido per intenderci, il mondo che continua a sorprenderci, è di cambiare ufficialmente la definizione di maschio e femmina.

In futuro, secondo loro, chi nasce con gli attributi dovrà essere definito “Amab” che significa “assegnato maschio alla nascita” e chi invece gli attributi non li avrà dovrà essere chiamata “Afab” “assegnata femmina alla nascita”.

Amab e Afab. Siamo a posto. Insomma, il genere è un punto di partenza casuale, poi si vedrà. Non so se chi pensa a queste cose sia Amab o Afab. Certamente è Amas, acronimo di “assegnato momentaneamente alla stupidità” in attesa di diventare Adas, “affidato definitivamente alla stupidità”. Poi potremmo introdurre anche un altro nome, Madaqp, acronimo di “andate definitivamente a quel paese” perché va bene tutto ma c’è un limite pur alla follia.

Io non ho nulla contro la fluidità di genere, ma so che per costruire ci vuole qualche cosa di solido, altrimenti viene tutto. Ora, non è che questi del Amab mi preoccupino più di tanto, ma certo piccona oggi, piccona domani, non è che la cosa fa benissimo. Lo vogliamo capirono che uno che nasce uomo sarà per sempre uomo, indipendentemente da come sarà chiamato, da come si vestirà, da con chi si accompagnerà, dalle operazioni che potrà fare per modificare il suo corpo, perché i geni sono quelli lì e per quanto passi avanti e abbia fatto la genetica con i suoi bizzarri esperimenti, quelli resteranno.

E lo stesso, ovviamente vale per una persona che nasce femmina. Possiamo giocare all’infinito con le parole, usare trucchi eppure fare giochi di illusionismo, ma la natura è quella roba lì e da lì non si scappa.

Ma allora mi chiedo, perché illudere, per l’appunto, i ragazzi che ciò sia possibile, che loro non sono quello che sono, ma sono quello che gli piacerebbe essere? Penso che si possa vivere serenamente la propria sessualità qualunque essa sia senza per questo negare la realtà, perché altrimenti il risultato è che si diventa non Amab, né Afab, ma semplicemente ridicoli e patetici.

Alessandro Sallusti, 30 marzo 2023

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