Non si perde mai occasione per puntare il dito contro le forze dell’ordine. Basta una scritta, una toppa, un simbolo – magari male interpretato – e subito parte il linciaggio mediatico. Ultimo bersaglio: un poliziotto a Milano, colpevole di indossare un giubbotto con la scritta “Narodowa Duma”, che in polacco significa semplicemente “Orgoglio Nazionale”. Nessun richiamo al nazismo, ma tanto basta per scatenare indignazione contro la Polizia.
La situazione mi è familiare, visto che difesi io quel carabiniere di Firenze finito sotto la gogna mediatica qualche anno fa perché nel proprio alloggio aveva appeso una bandiera storica della marina tedesca. Non era nazista, non aveva svastiche o simboli del Terzo Reich: era un antico vessillo preesistente al nazismo, che – secondo la protesta, che ricorda quella odierna – veniva talvolta esibito in manifestazioni neonaziste. Sulla base di quell’associazione indiretta, fu avviato un procedimento disciplinare, ma in sede di ricorso gerarchico, la verità venne appurata e il carabiniere fu prosciolto disciplinarmente oltreché poi penalmente.
Il punto è sempre lo stesso: quando c’è da colpire un servitore dello Stato, non serve una prova – basta un sospetto, un’ombra, una suggestione. Quando poi si scoprirà che il simbolo non è nazista, che la scritta è solo un’espressione di orgoglio nazionale, allora calerà il silenzio, rigorosamente senza scuse.
Giorgio Carta, 14 aprile 2025
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