Appello alla destra: rispetti il suo popolo

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Comizi, post sui social, partecipazione a incontri e convegni, ospitate in televisione, interviste. È la normale vita del leader politico, il quale non stacca mai, non si ferma un attimo. E anche se si concede qualche ora di relax (al mare, in un ristorante, a fare shopping) lo fa quasi sempre a beneficio di obiettivo. Dura lex della società della comunicazione e della vita pubblica. E poi c‘è pure qualcuno che contesta ai politici di “non aver lavorato mai”!. Eppure, detto questo a onor del vero, io, se fossi Meloni, Salvini o Tajani, farei una scelta controcorrente: me ne andrei in un convento per un paio di giorni e rifletterei solo con me stesso su quello che sto facendo in maniera irriflessa ogni giorno.

L’obiettivo del centrodestra

È probabile allora che mi si affaccerebbero davanti agli occhi i milioni e milioni di cittadini comuni che non chiedono alla politica la luna, e né tanto meno la promozione delle varie transizioni (ecologica, digitale, di genere), ma una cosa semplice semplice: mandare finalmente a casa una sinistra che governa sempre, anche quando non vince le elezioni, e che con i suoi ideologismi ci ha portato ove siamo arrivati, molto in basso. Una massa indistinta di gente normale che dalla politica vuole essere lasciata solo libera di vivere, lavorare, coltivare i propri affetti e le proprie passioni.

Basta litigare

Chissà che i leader del centrodestra, ritornati a vita normale dopo la breve parentesi, non sentano il peso di una responsabilità immane e si vergognino un po’ della loro inconcludenza, dei battibecchi da pollaio, dei posizionamenti tattici e aleatori di ogni giorno, del masochismo arrivato a livelli parossistici, della fura autodistruttiva che li sta portando a distruggere quel capitale immenso di cui godono. La maggioranza del Paese è di destra e non vuole ritrovarsi di nuovo fuori dai giochi perché i loro leader hanno sciupato, per farsi piccoli dispetti reciproci, le vittorie che avevano in tasca nei comuni, probabilmente nell’elezione del Capo dello Stato e poi finalmente alle politiche. (del ‘22 o del ‘23 poco importa).

Quel vasto popolo di destra che resta tale nonostante tutto non merita questo. Ma anche la sua proverbiale pazienza può avere un limite. E non pensino i partiti che dovrebbero rappresentarli di uscirne vivi se essa finisse. Dio, si dice, acceca chi vuole perdere. L’impressione è che ci si stia mettendo su questa brutta china. Riunitevi subito attorno a un tavolo, stabilite una linea comune per i prossimi passaggi politici, rispettate il vostro popolo, stilate subito un programma di governo (possibilmente ambizioso ma non velleitario). Fatelo subito, già da domani mattina. Se perdete il prossimo, ultimo, treno, state sicuri che la storia non vi darà un’ altra chance!

Corrado Ocone, 26 settembre 2021

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