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Appello alla destra: rispetti il suo popolo

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Comizi, post sui social, partecipazione a incontri e convegni, ospitate in televisione, interviste. È la normale vita del leader politico, il quale non stacca mai, non si ferma un attimo. E anche se si concede qualche ora di relax (al mare, in un ristorante, a fare shopping) lo fa quasi sempre a beneficio di obiettivo. Dura lex della società della comunicazione e della vita pubblica. E poi c‘è pure qualcuno che contesta ai politici di “non aver lavorato mai”!. Eppure, detto questo a onor del vero, io, se fossi Meloni, Salvini o Tajani, farei una scelta controcorrente: me ne andrei in un convento per un paio di giorni e rifletterei solo con me stesso su quello che sto facendo in maniera irriflessa ogni giorno.

L’obiettivo del centrodestra

È probabile allora che mi si affaccerebbero davanti agli occhi i milioni e milioni di cittadini comuni che non chiedono alla politica la luna, e né tanto meno la promozione delle varie transizioni (ecologica, digitale, di genere), ma una cosa semplice semplice: mandare finalmente a casa una sinistra che governa sempre, anche quando non vince le elezioni, e che con i suoi ideologismi ci ha portato ove siamo arrivati, molto in basso. Una massa indistinta di gente normale che dalla politica vuole essere lasciata solo libera di vivere, lavorare, coltivare i propri affetti e le proprie passioni.

Basta litigare

Chissà che i leader del centrodestra, ritornati a vita normale dopo la breve parentesi, non sentano il peso di una responsabilità immane e si vergognino un po’ della loro inconcludenza, dei battibecchi da pollaio, dei posizionamenti tattici e aleatori di ogni giorno, del masochismo arrivato a livelli parossistici, della fura autodistruttiva che li sta portando a distruggere quel capitale immenso di cui godono. La maggioranza del Paese è di destra e non vuole ritrovarsi di nuovo fuori dai giochi perché i loro leader hanno sciupato, per farsi piccoli dispetti reciproci, le vittorie che avevano in tasca nei comuni, probabilmente nell’elezione del Capo dello Stato e poi finalmente alle politiche. (del ‘22 o del ‘23 poco importa).

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