Cultura, tv e spettacoli

Applausi a Mattarella, insulti ai malati: Sanremo è la casa degli orrori

È il festival della canzone italiana o degli orrori? Un commento politicamente scorrettissimo…

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Una casa degli orrori come Sanremo la guardi se sei costretto per lavoro o se vuoi farti male. Altrimenti le alternative ci sono, per esempio la fantastica trasmissione di Mario Giordano. Solo che il Festival è come il Greenpass, te lo sparano da tutte le parti e non puoi difenderti. Così le reazioni avverse le senti lo stesso. Il conduttore di regime, Amadeus, eterno come Mattarella al Quirinale, che per l’appunto chiama le ovazioni al Capo dello Stato resistente e resiliente. L’intrattenitore di regime Fiorello che prende per i fondelli i novax ma anche quelli con effetti postumi, esattamente come da velina ministeriale. L’avatar Ornella Muti che torna dal secolo scorso per far l’elogio della cannabis e dei maschi che l’hanno tenuta in carriera. Il solito Achille Lauro – è il Festival dell’eterno ritorno, sembrano tutti pezzi d’arredamento – con la immutabile provocazione da cartone animato, si battezza da solo in salsa gender e poi dice: sto cercando il senso del mio essere. Piccole cose di pessimo gusto, ortodossia sovietica, propaganda piddina. Non manca niente: le canne, il gender, la perculata ai novax, hanno chiamato pure Saviano per uno dei soliti pipponi contro il capitalismo, il fascismo, il sovranismo, insomma indicazioni di voto per l’imminente campagna elettorale.

Come sempre, non esistendo le canzoni e il grosso dei cantanti ridotto a peones, nel tripudio di virgulti come Zanicchi, Morandi, Ranieri, musicalmente superati già 50 anni fa, maschere eterne del gattopardismo, si punta sulle polemiche da ringhiera, gli scandali da casa di riposo, tutto per coprire l’ortodossia militante. Con punte di surrealismo, come quando il direttore di Rai Uno Colella scopre, cascando da cavallo, che ai cosiddetti cantanti non si può chiedere se hanno fatto il vaccino “perchè sono dati sensibili”. A quei quattro scappati da casa fino all’Ariston no, a 60 milioni di italiani sì, con restrizioni umilianti. E la Lucarelli muta, anzi no: si fionda in una polemica senile con la Muti, argomento: i maschi. Figuriamoci!

Fiorello piglia per culo i novax, Amadeus li maledice, proprio come piace all’inossidabile al Colle, “chiuderò Sanremo a tutti i no vax, deve essere la festa degli italiani che si affidano al nostro grande leader Mario Draghi”. Già che c’era, poteva dire “caro leader”. Ma per la patria, questo ed altro e pure qualche menzogna se serve: bando ai novax, ma non lo sapremo mai perché sono dati sensibili. Viva l’Italia! “Ama” seicentomila euro per una settimana, Fiorello più o meno lo stesso, ci credo che ringraziano i grandi e cari leader. I soldi arrivano dal canone, dai cittadini che stanno reclusi, non possono lavorare, guardano e ringraziano di essere mortificati anche nella loro religione: questo Gesù Cristo, che a differenza degli altri dèi si lascia fare di tutto e perdona sempre, dev’essere proprio un gran coglione, approfittiamone. No: il Padreterno cristiano è paziente ma ogni tanto, in modo misterioso, gli salta l’uzzolo di far tutto un conto e allora sono guai.

A Sanremo non ci sono cantanti e canzoni, c’è il Pd che se la canta e se la suona e la fa cantare agli zdanoviani. Cioè tutti, se no qui non entri, altro che vax e novax. Ma va bene così, Mattarella ci ha lasciato, e subito si è ripreso, “un Paese unito”. Unito nello squallore, ma ci perdonerete se questo Festival di vili affaristi lo lasciamo lì, commentandone non l’apparenza ma l’essenza, il fumo mefitico del perbenismo piccolo borghese de sinistra che è il più meschino e il più vile; che, nel nome del sano intrattenimento per famiglie, discrimina e odia milioni di persone, le illude, le inganna, esalta i cari leader, le canne, il gender, di tutto e di più ma ignora un povero cristo che si è dato fuoco per motivi ufficialmente ignoti.

Max Del Papa, 2 febbraio 2022

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