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Arriva Roversi, il primo Batman antivirus

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È arrivato Batman. Che per l’Inps non si chiama Bruce Wayne ma, più modestamente, Paolo Roversi, uno che a suo dire fa un sacco di roba, e cosa ci siamo persi. Il nostro supereroe non è nero, è tutto rosso e ha un concetto consequenziale della democrazia: “Invece delle multe un bello sganassone a chi viene trovato senza #mascherina tempo due giorni e nessuno andrà in giro senza #estremirimedi”. Così, tutto d’un fiato, via Twitter: il nostro scrittore, fra le altre cose, si direbbe pronto per lo Strega (premio o bottiglione, a piazèr). A questo punto, dovrebbe essere chiaro dove alberga l’intolleranza, la smania di fascismo, poi la tinta è irrilevante. Fra i tolleranti, gli antifà in missione permanente.

A scanso di equivoci, Batman precisa: “Vale anche per chi non si copre il naso!”, punto esclamativo. Chissà se vale pure per i sacri migranti, per le sentinelle dei centri sociali e tutta l’altra mercanzia democratica progressiva: Batman Roversi non lo specifica e sarebbe da andarglielo a chiedere di persona personalmente: ma perché a tirarsela da giustizieri son sempre quelli che fanno un po’ ridere?

Eccone un altro in fregola con un concetto quantitativo di sé: “Disperdere i dimostranti con l’idrante e non scrivere una riga sui giornali. Così capiscono cos’è davvero una dittatura. La tolleranza con gli intolleranti ottusi è un esercizio democratico inutile. Questa gente è la feccia della società italiana”. Com’è umano lui, questo Rosario Pelle, a quanto pare un poledrico: altro scrittore, e non avevamo dubbi, ma anzitutto, se abbiamo ben capito, speaker radiofonico. Lo speaker che invoca la censura dopo gli idranti. Voilà l’equilibrio, la moderazione. Come insegnava Che Guevara, probabilmente loro icona: “Accoppateli, ma con sentimento se no diventate dei boia”. Era meglio quando trangugiavano involtini della democrazia. Cinese.

Max Del Papa

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