Ecco perché la Finlandia nella Nato smaschera il bluff di Putin

L’allargamento dell’Alleanza verso i confini russi non è mai stato il casus belli per invadere l’Ucraina, ma solo un pretesto per far leva sui sensi di colpa dell’Occidente

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Mentre questo articolo viene scritto, sono passate due ore dall’ingresso della Finlandia nella Nato. E la Russia non l’ha ancora invasa. Il 4 aprile 2023 è l’anniversario della Nato, il 74mo per la precisione ed è anche una data storica per l’Alleanza, che acquisisce un nuovo membro, un Paese che era rimasto neutrale dal 1944.

Il motivo principale dell’invasione

Perché la Russia avrebbe potuto invadere la Finlandia? Per le stesse ragioni per cui ha invaso l’Ucraina. A giudicare dallo stesso Vladimir Putin, era questo il motivo principale dell’invasione. Fra il novembre 2021 e il febbraio 2022, quando la crisi ucraina ha subito l’accelerazione finale fino all’invasione russa, la proposta principale del Cremlino alla Nato per evitare il conflitto, era proprio quella di frenare ogni ulteriore espansione verso Est e in particolar modo verso l’Ucraina.

All’articolo 6 della proposta (ultimativa, alla luce dei fatti successivi) russa del 17 dicembre 2021, infatti, si legge: “Tutti gli Stati membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico si impegnano ad astenersi da qualsiasi ulteriore allargamento della Nato, compresa l’adesione dell’Ucraina e di altri Stati”. Non aver accettato questa proposta, per Putin era motivo sufficiente per tentare di schiacciare militarmente il suo vicino.

Eppure, l’Ucraina non era neppure candidata ad entrare alla Nato, la sua opinione pubblica era divisa e sicuramente non tutti i membri storici dell’Alleanza la volevano come alleato, soprattutto considerando che era ancora in corso una guerra a bassa intensità nel Donbass, dove i russi intervenivano pur non dichiarandolo.

La Finlandia come l’Ucraina

Dunque a Putin sarebbe bastata la mera aspirazione politica dell’Ucraina ad entrare, in futuro, nella Nato, per scatenare la più vasta operazione militare di terra in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Gli sarebbe bastata la minaccia (neppure dichiarata) di aver un nuovo lungo confine di terra con la Nato, di 2.300 km, a meno di mezzo migliaio di chilometri da Mosca, per ritenersi in pericolo esistenziale, al punto da lanciare l’Armata in un attacco preventivo.

Questa tesi russa faceva acqua da subito, ma è a dir poco affondata dopo l’ingresso della Finlandia nella Nato, a cui non è seguita alcuna invasione. La Finlandia, esattamente come l’Ucraina, non era neppure candidata ad entrare nella Nato, ma le sue truppe si addestravano, periodicamente, assieme a quelle dell’Alleanza.

Esattamente come l’Ucraina, la Finlandia ha iniziato a chiedere di entrare nella Nato solo dopo il 24 febbraio, dunque dopo l’invasione russa del vicino. Esattamente come l’Ucraina, la Finlandia condivide un lungo confine di terra con la Russia, 1.340 km per la precisione, nel punto più vicino è a 700 km da Mosca e a 130 da San Pietroburgo.

Perché non invadere Finlandia?

La Russia chiedeva alla Nato di non “allargarsi” e invece si è “allargata” fino a lambire la seconda capitale, nonché città natale di Vladimir Putin. E quindi, perché la Russia non ha invaso la Finlandia?

Dal 18 maggio 2022, quando il governo di Helsinki ha inviato la richiesta formale di aderire alla Nato, i russi avrebbero potuto usufruire di una finestra di opportunità di ben 11 mesi, quasi un anno intero in cui erano certi che la Finlandia sarebbe entrata nella Nato, ma che non godeva ancora della sua copertura, né del suo ombrello nucleare.

Si trattava, da un punto di vista militare russo, di una situazione molto più “pericolosa” rispetto a quella dell’Ucraina (che non ha mai inviato alla Nato alcuna richiesta formale, ricordiamolo ancora). E al tempo stesso, l’invasione della Finlandia, sempre dal punto di vista russo, sarebbe stato uno scenario più “allettante” rispetto a quello ucraino.

Tutto il tempo di invadere il Paese vicino, in piena estate, con le condizioni giuste e ponendo un dilemma durissimo agli Usa e agli altri membri europei dell’Alleanza: intervenire (e fare la guerra alla Russia) o restare neutrali (perché la Finlandia non è ancora un membro)?

Per di più, l’ammissione della Finlandia non era affatto scontata, Ungheria e Turchia hanno accettato il suo ingresso solo all’ultimissimo minuto. Per cui un’operazione militare russa avrebbe potuto ulteriormente dividere i governi Nato di fronte al pericolo di una guerra mondiale.

L’espansione Nato un pretesto

Due sono le spiegazioni possibili. La prima è che l’allargamento della Nato verso i confini della Russia è un pretesto, ma non è la vera causa dell’invasione dell’Ucraina. Altrimenti non si spiega perché un Paese vicino, che non era neppure candidato ad entrare nell’Alleanza, venga invaso, mentre un altro Paese vicino, pur essendo formalmente candidato, venga invece lasciato in pace.

L’allargamento della Nato è un argomento che Putin usa quando parla agli interlocutori occidentali, per dare a noi (Paesi Nato) tutta la responsabilità del conflitto. Mentre è più facile che la vera causa dell’invasione vada ricercata in altri documenti del presidente russo, soprattutto “Sull’unità storica dei russi e degli ucraini”, articolo programmatico pubblicato nel luglio 2021 in cui Putin dichiarava esplicitamente l’intenzione di riannettere l’Ucraina alla Russia, per motivi storici, etnici e religiosi.

Smascherato il bluff

La seconda spiegazione, più prosaica, è che: anche volendo, la Russia non potrebbe (più) invadere la Finlandia, né qualsiasi altro Paese europeo. Con buona pace di chi ha sempre considerato l’Armata come il secondo esercito del mondo, evidentemente non può combattere su due fronti, benché siano vicini fra loro, ben collegati da strade e ferrovie ed entrambi prossimi ai centri di comando e controllo centrali russi.

A dire il vero, l’Armata non riesce a vincere, nel breve periodo, neppure sull’unico fronte in cui è impegnata, pur avendo contro l’esercito di uno dei Paesi più poveri d’Europa. Ammettendo la Finlandia, nonostante tutte le minacce di Mosca, la Nato ha smascherato il bluff: la Russia non ha carte da giocare.

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