La Commissione Covid non s’ha da fare. La maggioranza si piega a Mattarella

Fantozziana risposta di Bignami che annuncia modifiche alla legge istitutiva: in gioco non solo un punto del programma ma l’autonomia del Parlamento dall’influenza del Colle

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Dopo più di 24 ore di silenzio, la maggioranza risponde all’attacco del presidente Sergio Mattarella al Parlamento per la Commissione di inchiesta sull’emergenza Covidattacco di cui abbiamo parlato ieri. Ed è una risposta fantozziana.

L’intimidazione partita dal Colle durante la cerimonia del Ventaglio va a segno, Fratelli d’Italia si piega al diktat presidenziale. Signorsì signor Presidente. La legge istitutiva della Commissione, già approvata alla Camera, sarà modificata al Senato, e tornerà quindi alla Camera per la terza lettura, per accogliere i “rilievi” sollevati, sia pure informalmente, dal Quirinale. Lo ha annunciato il deputato Galeazzo Bignami:

Quelle di Mattarella sono parole preziose che ci consentono di evitare qualsiasi situazione di non conformità. Riteniamo giusto procedere a precisare il punto al Senato e licenziare così il testo per un limitato riesame della Camera. Ringraziamo il presidente della Repubblica per le sue parole certamente apprezzate da tutta la maggioranza e che ci consentiranno di approvare il progetto di legge in maniera adeguata e utile per garantire piena operatività rispetto alle finalità che il Parlamento si propone.

Ritardo o affossamento

Una sorta di fantozziano “com’è umano lei”. Ciò significa che il via libera definitivo, se ci sarà, perché a questo punto cominciamo a dubitarne, slitterà probabilmente a settembre. Il che vuol dire che la promessa Commissione Covid avvierà i suoi lavori (ripetiamo: sempre che veda la luce), dopo oltre un anno dall’inizio della nuova legislatura. Un anno perso.

Ma non escludiamo, vista l’arrendevolezza di Fratelli d’Italia e le resistenze dei suoi alleati, che in realtà l’obiettivo del Colle, ed evidentemente dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della salute Roberto Speranza, il trio responsabile a livello istituzionale della gestione dell’emergenza, quindi chiamato in causa, possa alla fine riuscire ad affossare del tutto la Commissione prima della sua nascita.

In gioco l’autonomia del Parlamento

Ma quel che è peggio, le parole di Bignami rivelano un grave analfabetismo costituzionale. In gioco non c’è solo un punto del programma elettorale del centrodestra, al limite sacrificabile, ci sono le prerogative del Parlamento, che come abbiamo provato a spiegare ieri, giovedì il presidente Mattarella ha attaccato, mettendo in discussione il potere di inchiesta che chiarissimamente la Costituzione attribuisce alle Camere (art. 82) “con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’Autorità giudiziaria”.

Se il presidente ha dei rilievi su una legge, si assume la responsabilità di rinviarla alle Camere con messaggio motivato. Questo è il potere che la Costituzione gli attribuisce (art. 74). A Mattarella non dovrebbe essere consentito invece di cavarsela con cinque righe buttate lì, in un discorso alla stampa parlamentare, senza nemmeno citare esplicitamente la Commissione e la legge in questione. Una maggioranza che abbia a cuore non solo se stessa, ma l’autonomia del Parlamento, non dovrebbe permetterlo.

Debolezza e sudditanza

In questo modo invece la maggioranza si assume la grave responsabilità di svendere le prerogative del Parlamento e lanciare un segnale di debolezza e sudditanza rispetto all’invasione di campo presidenziale, un pessimo precedente per il prosieguo della legislatura – e con buona pace di tutti i discorsi sulla “centralità del Parlamento”.

Se queste sono le premesse, tanto vale non farla nemmeno partire la Commissione d’inchiesta Covid, piuttosto che ridurla ad una farsa. E piegarsi in questo modo, al primo soffio di vento che arriva dal Colle, non lascia ben sperare nemmeno sugli altri temi dell’agenda di governo.

Come ha osservato l’avvocato Rocco Todero su Twitter:

Per esercitare il potere ci vuole una capacità speciale; Mattarella, seppur impropriamente in questo caso, dimostra di saperlo fare e di mettere sotto scopa un’intera maggioranza che si vanta(va) di avere avuto il mandato popolare diretto. Il potere è questione di coraggio, di personalità, di consapevolezza profonda della fondatezza delle proprie idee e della correttezza delle proprie azioni. Quando invece rappresenti lo sbaraglio totale, perché sei privo della capacità di sostenere le tue idee e privo di autorevolezza, trasformi una Repubblica parlamentare in una monarchia costituzionale. Cosa accadrebbe se la maggioranza tirasse dritto nel suo originario proposito? Nulla! Il presidente dovrebbe semplicemente accettare ciò che decidono le Camere. E invece…

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