Uvalde, Texas: perché il proibizionismo sulle armi non è la risposta alle stragi

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La drammatica strage avvenuta in una scuola elementare del Texas ha comprensibilmente sconvolto l’opinione pubblica occidentale. Indignazione, dolore e vicinanza umana alle vite spezzate ed alle famiglie lacerate dai colpi di arma da fuoco sparati dal diciottenne ispanico Salvador Ramos sono stati i primi ovvi sentimenti a diffondersi anche nella nostra agorà popolare.

Tuttavia, il tragico avvenimento ha immediatamente riacceso il dibattito, ed il giudizio negativo, sulle leggi notevolmente permissive in vigore negli Stati Uniti in materia di acquisto, detenzione e porto di armi da fuoco. È doveroso annotare che gli Stati Uniti non sono nuovi ad accadimenti come quello del Texas ed è probabile che in futuro saremo costretti ad apprendere ancora notizie simili.

Facile dare la colpa alle armi

Ma cosa spinge al compimento di tali carneficine? È molto comune indicare come colpevole la presunta eccessiva libertà nell’acquisto e possesso di armi negli Stati Uniti. Una chiave di lettura legittima che appare però ignorare i disagi sociali che spingono degli individui, spesso molto giovani, a compiere, senza alcuna motivazione apparente, atti di tale gravità.

Nella quasi totalità delle nazioni europee, Italia compresa, le legislazione in tema di vendita, possesso e porto di armi ed oggetti atti ad offendere è estremamente rigida. Un aspetto che, dal punto di vista di chi invoca la soppressione del Secondo Emendamento, dovrebbe determinare di fatto la quasi assenza di omicidi e crimini compiuti con armi da fuoco nelle nostre società.

Eppure, statistiche ed agenzie di stampa riportano costantemente notizie relative ad omicidi avvenuti tramite sparatorie, determinate dalla follia di un singolo o più spesso da regolamenti di conti e faide interne ad organizzazioni ed apparati criminali. Lotte perpetue tra clan mafiosi e camorristici, rapine a mano armata ed intimidazioni sono all’ordine del giorno anche in Italia, dove è possibile entrare in possesso di armi sul mercato nero.

I fallimenti del proibizionismo

Bisognerebbe dunque provare a concentrarsi sui disagi e le motivazioni personali che spingono al compimento di certe azioni. Stando alle prime indiscrezioni, l’omicida del Texas Salvador Ramos era un adolescente affetto da gravi problematiche nel rapportarsi con i propri coetanei. La sua asocialità avrebbe determinato e promosso in lui una progressiva dipendenza da social network ed internet, ulteriore piaga che affligge spesso le nuove generazioni insieme all’alcolismo e le tossicodipendenze. Eppure, a nessuno viene in mente (giustamente) di promuovere il divieto ed il ridimensionamento della rete internet o delle piattaforme social come Facebook ed Instagram.

Così come nessuno avrebbe intenzione di proibire la vendita di alcol o tabacco perché possibile fattore di dipendenze e problemi per la salute dei consumatori. Non a caso i fallimenti del proibizionismo in ogni ambito in cui viene applicato sono evidenti: il rigido divieto presente in Italia sugli stupefacenti leggeri o pesanti non ha affatto diminuito il numero di affetti da dipendenza da tali sostanze, anche tra i più giovani. Ulteriore motivazione che rende assurdo pensare che divieto o restrizioni consistenti sulle armi negli Stati Uniti o in altri Paesi determinerebbe la fine delle sparatorie e dell’utilizzo di pistole o fucili per compiere crimini o stragi.

I danni delle restrizioni anti-Covid

Arrendersi al fatalismo delle tragedie ovviamente non è un’opzione, così come sarebbe un madornale sbaglio la lesione dei diritti individuali in materia di difesa privata. Pertanto, ciò che appare urgente è la promozione di una maggiore comprensione dei disagi sociali, in particolar modo quelli giovanili, per prevenire che sfocino in tragedie.

Un po’ ovunque le restrizioni anti-Covid hanno causato un incremento della desocializzazione e l’acuirsi di disturbi psichici e comportamentali, che restano in larga parte inespressi fino al compimento drammatico di gesti come quello di Salvador Ramos. Proseguire nell’osservazione distorta della realtà ed invocare limitazioni sulle armi non aumenterà l’attenzione verso queste persone, che se determinate a compiere stragi o azioni cruente potranno sempre rivolgersi al mercato nero.

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