Esteri

Attentato Tel Aviv, è festa nella città del terrorista islamico

L’azione è stata rivendicata dalla Jihad islamica. Un’auto è piombata sulla folla a tutta velocità, morto un italiano

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La vittima si chiamava Alessandro Parini ed era un giovane avvocato di Roma, aveva 35 anni, e si era specializzato in diritto amministrativo. Lavorava presso un prestigioso studio legale della capitale ed era amante dei viaggi, in particolare verso mete esotiche. Era arrivato in Israele da meno di 24 ore e, vista la bellissima serata, aveva deciso, insieme a un gruppo di amici e conoscenti italiani e inglesi, di passeggiare sulla parte più bella del lungomare di Tel Aviv, quella che divide il centro dalla zona del porto di Yafo.

La passeggiata della morte

Nessuno di loro poteva immaginare che una semplice passeggiata si potesse trasformare in una tragedia, quando un’auto guidata da un terrorista, la Jihad Islamica ha rivendicato la paternità dell’attentato, è salita sul marciapiede e a una velocità che variava fra gli 80 e i 90 chilometri orari, ha falciato chiunque si trovasse in quel momento su quel tratto di lungomare. I soccorsi arrivati sulla scena dell’attentato a distanza di pochi minuti, hanno subito trasferito i feriti nei Pronto Soccorso e Trauma Center degli ospedali Ichilov di Tel Aviv e Wolfson di Holon, mentre per il povero Alessandro Parini hanno potuto solamente constatare la morte.

Chi è il terrorista

Ironia della sorte, il terrorista, Yosef Abu Jaber (45 anni) di Kfar Qasim, autore dell’attentato, aveva lavorato a contatto con giovani studenti israeliani come addetto alle pulizie alla Shazar Middle School di Kiryat Ono. Quando la sua foto è stata pubblicata, sia gli studenti sia il personale della scuola non volevano credere che proprio lui si fosse macchiato di un simile delitto. Tutti loro conoscevano Abu Jaber che aveva lavorato in questa scuola fino all’anno scorso, impiegato presso una società appaltatrice. Il preside e il personale educativo hanno subito informato la polizia non appena il suo nome è stato pubblicato.

Gli islamisti festeggiano

Mentre come da programma consolidato a Kfar Qasim, la città dell’attentatore, prendevano il via i festeggiamenti per la riuscita dell’attentato, nelle dichiarazioni alla stampa israeliana i familiari del terrorista hanno detto che se avessero saputo cosa intendeva fare, lo avrebbero fermato. A conferma di ciò il fratello ha detto che “se avesse avuto l’intenzione di uccidere avrebbe cercato di causare più danni possibili”, come se l’uccisione di una persona e il ferimento di altre cinque, di cui una alla spina dorsale che sta correndo il rischio di passare il resto della sua vita su una sedia a rotelle, non fossero danni abbastanza gravi. Metodo già ampiamente collaudato dalle famiglie dei terroristi che si dissociano sempre dopo gli attentati, ma che non fanno mai nulla per prevenirli. Questo per evitare che la casa dove abitava il terrorista venga abbattuta.

Come già detto nei territori dell’A.N.P. e nella Gaza di Hamas sono subito cominciati i festeggiamenti con la distribuzione di dolci ai passanti. Ieri era la seconda volta che festeggiavano, infatti in mattinata due ragazze israeliane, sorelle, sono state uccise a raffiche di mitra e la loro madre, rimasta gravemente ferita, combatte fra la vita e la morte all’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme.

Michael Sfaradi, 8 aprile 2023

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