Bandiera gialla

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Chissà quante ne ha viste al Tito’s dei tempi d’oro. Folle oceaniche con migliaia di giovani che ballano galvanizzati oltremodo dalle musiche di Mistericky Dj.

Mi trovo a tavola con lui e, mentre lo ascolto, non perdo il vizio di parlare contemporaneamente anche con me e mescolo i suoi racconti con le immagini; mi figuro serate fantasmagoriche e seducenti, ragazze di imperiale bellezza che luccicano e ballano davanti alla consolle.

A un tratto raccolgo le parole “Eh… quella era davvero bella da giovane…” Mi scuoto infastidita, che cos’è questa beffarda condanna? L’idea che la giovinezza possa essere solo una parentesi, che poi tutto decada, mi fa male e non mi corrisponde nemmeno un po’.

Che cos’è la giovinezza? È il punto più alto della nostra energia vitale, tutte le potenzialità sono lì lì pronte a esplodere, si è quasi completamente ignari del fatto che ogni scelta possa avere una ricaduta sulla nostra esistenza, si aderisce al flusso degli eventi senza preconcetti, si corrono rischi continui, perchè a guidarci è l’attrazione per ciò che è bello, nient’altro.

Il vero problema è saper distinguere tra ciò che è bello e ciò che sembra bello.

Un inghippo non da poco, viste le continue illusioni del mondo. Eppure il giovane, come un funambolo senza sicura, cammina agile sul filo, incurante dei cinici, con gli occhi grandi per scrutare bellezza in ognidove. Questa dimensione va difesa e nutrita perchè contiene in nuce i semi della speranza che, d’altronde, è strutturale in ogni uomo; tuttavia con il passare del tempo e con le fatiche quotidiane le palpebre si appesantiscono e lo sguardo  rischia di ridurre il suo orizzonte.

Ma, in fondo, violentemente, ciascun io si ribella a questa limitazione. Ne danno talvolta testimonianza atteggiamenti estrosi e fuori luogo che qualche adulto mette in campo come per aggrapparsi con le unghie e con i denti a una pallida imitazione della giovinezza che risulta, infine, pirandellianamente umoristica.

Mi chiedo dunque: come posso mantenere lo sguardo e il cuore del giovane per tutta la mia esistenza?

Amare e coltivare la propria autentica unicità, non supposta nè inventata, quell’io mio così come mi è dato. Questa è la condizione necessaria per trovare i doni preziosi nascosti nelle pieghe delle circostanze e irrorare il cuore di bellezza. Diceva il giovane beato Calo Acutis: “Tutti nasciamo originali, molti diventano fotocopie” e invecchiano.

L’educazione alla propria originalità deve diventare quindi una priorità; per l’adulto che educa dovrebbe risolversi in un atteggiamento rispettoso e delicato in cui la conoscenza diventa il veicolo principe per insegnare a comprendersi, mentre per i ragazzi dovrebbe essere un’esigenza più forte di quelle imposte dal mondo, affinchè non diventino dei giovani vecchi, apatici e privi di speranza. Ogni talento esclusivo troverebbe terreno fertile e anche le vecchie ragazze immagine di Mistericky Dj brillerebbero di una nuova giovinezza, non solo davanti alla consolle del Tito’s, ma ovunque. Diceva Kafka: “La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di scorgere la bellezza non diventerà mai vecchio.”

Fiorenza Cirillo, 17 settembre 2021

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