Chiesa

Bergoglio, i gesuiti e Calenda

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Per inzigare sempre con la politica il gesuita perde il pelo, ma non il vizio. È la volta di padre Antonio Spadaro, direttore della rivista La Civiltà Cattolica che punta a portare l’ansiogeno Carlo Calenda in Campidoglio. È una fiction sfiziosa che va raccontata.

Intreccio Palazzo-Vaticano

Parte dall’America Latina e arriva a Palazzo Chigi, con Nicola Zingaretti convitato di pietra, e ‘Giuseppi’, tristemente orfano di Trump, pronto a tutto per restare sulla scena, in modo da poter confermare, contro tutto e tutti, il suo amato Gennaro Vecchione al DIS in scadenza a ridosso della festa dell’Immacolata. L’idea terrorizzante che Matteo Renzi si adoperi per consegnare la sua testa al nuovo Presidente Usa, Joe Biden, così da ambire alla carica di Segretario generale della Nato, non la vuole neanche considerare.

Ma tornando ai sacri palazzi, dopo padre Sorge e padre Pintacuda, che durante la Prima Repubblica spaziavano tra mafia e antimafia, favorendo la cosiddetta ‘primavera di Palermo’ il cui beneficiario principale fu Leoluca Orlando Cascio, è oggi il turno, appunto, di un altro siciliano rampante appassionato di cyber-teologia, padre Spadaro, che ama farsi dipingere come “L’uomo che sussurra a Bergoglio”, primo, e molto probabilmente ultimo, Papa proveniente dalla Compagnia di Gesù.

Una lunga storia quella dei gesuiti, ordine fondato nel 1534 dall’ex nobile spagnolo Ignazio di Loyola che fece voto di predicare in Terra Santa e di porsi agli ordini del Papa per poi focalizzarsi, con grande successo, nell’educazione cattolica in giro per il mondo, anche se nell’ultimo ventennio Opus Dei e Legionari di Cristo stanno soppiantando quel modello.

Modello Spadaro

Un modello che ha trovato molte resistenze negli ultimi Papi, Montini, Luciani, Wojtyla e Ratzinger, soprattutto per le posizioni sistematicamente antitetiche con la Santa Sede in Italia, in Sud America e in Cina. L’elezione di Bergoglio, che per l’appartenenza alla Compagnia di Gesù per alcuni rappresenta infaustamente il ‘Papa Nero’, sulla carta avrebbe dovuto ridare smalto agli oltre 20 mila appartenenti all’Ordine. Invece sin dal principio, un sottile filo di freddezza si è insinuato, a seguito delle posizioni contrastanti sul presidente del Venezuela Nicolás Maduro, tra l’argentino Bergoglio e il preposito generale dei gesuiti, Arturo Sosa Abascal, un baffuto pacioso venezuelano, sulla strategia da seguire per la pacificazione del paese dell’America Latina.

Nel trascorrere del pontificato, la freddezza si è ispessita in gelo, da ultimo accentuato dal ruolo che padre Spadaro cerca di prendersi sognando di fare, prima o poi, il Cardinale a Napoli. Ingaggiato da Monica Maggioni ai tempi della sua direzione di RaiNews24, Spadaro, poco alla volta, grazie anche alle buone relazioni con Giuseppe Giulietti della Federazione Nazionale Stampa Italiana e con Vittorio Di Trapani del sindacato Rai, convince molti a pensare di essere ben piazzato a Santa Marta sfruttando al meglio sia la sua posizione di direttore della rivista gesuita -un tempo voce ufficiale della Segreteria di Stato- che la sua massiccia presenza sui social network.

Ma l’ineffabile Calenda che c’azzecca in questo chiacchiericcio Vaticano? C’azzecca eccome. Per una coincidenza di circostanze, padre Enzo Fortunato, funambolico speaker di Assisi, e monsignor Rino Fisichella, sempre più addolorato perché vede la sua porpora più lontana, stanno puntando entrambi su Calenda, in profonda crisi di consensi nonostante gigioneggi ogni tanto in casa di Goffredo Bettini, come Sindaco di Roma.

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