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Berlusconi si sta preparando. Alle europee riscende in campo

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In barba a tutti quei gufi che lo danno regolarmente in infermeria, Silvio Berlusconi è pronto per la sua ultima olimpiade, le elezioni europee, visto che Mattarella non concederà le politiche anticipate nonostante le frizioni della coppia che scoppia Salvini-Di Maio, oggi perfino sull’immigrazione. Da mesi si sta allenando: piscina, jogging, dieta. Lui, che detiene il record italiano di presenza a Palazzo Chigi e di preferenze, si è rimesso a nuovo, e anche per i medici è in forma strepitosa. Per i familiari, invece, vale la solita cautela, mentre i compagni d’avventura pensano solo a loro stessi. Vogliono tutti gareggiare senza il Cavaliere, convinti che ottenendo risultati personali possano succedere al campione. Ma si illudono, perché di fuoriclasse ce n’è uno e non mollerà mai.

Ha ancora troppe partite da giocare: mogli, figli, “l’affaire Mediaset-Tim” con Bolloré, i rapporti internazionali da consolidare, da Putin ad Erdogan, qualche residua grana giudiziaria sua e dei suoi intimi. Ed è perciò che in queste ore sta decidendo se essere o meno il capolista di Forza Italia in tutte le circoscrizioni. Con una nuova innovativa strategia elettorale, studiata da un pool di giovanissimi nerd, che darà ai suoi amati fan la possibilità di farlo ritornare in Parlamento con tutti gli onori dopo le umiliazioni subite.

Nel Partito regna ormai il caos e si intrecciano battaglie ridicole perché, senza il fondatore, Forza Italia non ha alcun futuro. Berlusconi lo ha capito, tanto che sta uscendo finalmente dall’isolamento per cui non veniva neppure informato di tutto quel mondo politico, imprenditoriale e culturale che lo ha cercato per mesi. Tutti, anche i più vicini, non ricevevano alcuna risposta, per cui i malumori sono cresciuti e il tradizionale mondo berlusconiano si è avvicinato in un primo momento a Renzi ed ora va verso leghisti e grillini, sconcertato da un Cavaliere che per tutta la vita ha invece fatto della cortesia personale, magari accompagnata da candide bugie, un motivo d’orgoglio.

Una segregazione certamente a fin di bene orchestrata principalmente da Licia Ronzulli, la quale ha finito, come Arlecchino, a voler recitare più parti in commedia, segretaria, senatrice, presidente di commissione parlamentare, volto nei TG e pure dei social. E, come se non bastasse, ambasciatrice verso Matteo Salvini, generando più fratture che intese proprio ora che il Ministro dell’Interno sta cercando di creare un ponte con il PPE e pensa anche lui di presentarsi alle europee.

La nuova discesa in campo di Berlusconi dovrebbe essere appoggiata da tutti i maggiorenti del partito, per i quali dovrebbe però valere la regola delle ultime politiche che ha visto sbarrata la strada della candidatura a Roma per i parlamentari europei. Anche perché non lo farebbero certo per scambiare Montecitorio o Palazzo Madama con Bruxelles, molto più scomodo e meno alla ribalta, ma piuttosto per ingaggiare un regolamento di conti interno senza portare valore aggiunto a Berlusconi. Un partito compatto può fare davvero la differenza per l’ultima volata vincente del Cavaliere. Mentre una Forza Italia cannibalizzata da ripicche e gelosie, senza per di più una proposta politica seria, è destinata a soccombere e non servirà neppure alla Lega.

Salvini stesso dovrebbe capire che, finché c’è Berlusconi in pista, può sempre puntare sui due forni, altrimenti rischia di rimanere con un pugno di mosche con i grillini alla Fico pronti ad allearsi con il nuovo PD. Per i parlamentari di Forza Italia e per i candidati, scelti questa volta con intelligenza nel territorio, l’occasione di far votare Berlusconi in massa, se non per gratitudine, che come diceva Andreotti è il sentimento della vigilia, quanto meno per sopravvivere.

Luigi Bisignani, Il Tempo 6 gennaio 2019

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