L'Ucraina bombarda

Bombe ucraine sui volontari: due morti, ma tutto tace

Nei media mainstream non trova notizia, ma anche l’Ucraina bombarda i civili ed i volontari. Eccone un esempio

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Era il 17 luglio, esattamente 4 giorni fa, quando nella città di Alchevsk, nell’Oblast’ di Luhans’k, avvenivano altre morti silenziose di civili. Giorni in cui nessun quotidiano ha dato la notizia, nessun accenno è stato fatto da parte delle autorità ucraine e nessun’informazione è stata fornita nel nostro paese. A perdere la vita sono stati due volontari dell’associazione Food For Life che, da anni, si occupa di preparare cibo e assicurarlo a tutte quelle persone che, a causa della guerra in Donbass, hanno perso tutto. Kirill Gubarev e Maxim Verovsky: così si chiamavano coloro che sono morti a causa di un missile lanciato dai soldati ucraini su un obiettivo civile. L’associazione, infatti, afferma sulla pagina Facebook: “Serviamo le persone, fornendo a chi ne ha bisogno cibi sani e nutrienti ed elementi essenziali per la vita. Distribuendo la cultura della compassione uniamo tutti coloro che vogliono trasmettere la gentilezza dei loro cuori alle persone”.

Il bombardamento nascosto

Ad essere bombardato è stato proprio il quartier generale dell’associazione: un vecchio deposito di filobus ormai non funzionanti da anni, dove i volontari avevano allestito cucine da campo e dal quale, ogni giorno, partivano per distribuire le pietanze e i piatti caldi nelle città vicine, ormai senza acqua né luce: “I razzi ci hanno colpito mentre i volontari tornavano dal loro servizio. Kirill, – anche capo di Food For Life Donbass, ndr – ha dedicato tutta la sua vita a questo progetto, insieme alla moglie. Maxim – l’altra vittima, ndr – fin dall’inizio, ha guidato il team nelle città colpite dai bombardamenti, aiutando a fornire pasti caldi in giro per la città agli anziani soli e ai disabili. Ora restano 2 moglie e tre figli soli”. Così denuncia l’associazione, raccontando l’accaduto e dando un nome a quelle morti passate inosservate.

Un’indifferenza probabilmente giustificata dal fatto che, si scopre, il missile che ha sterminato il campo base dei volontari è stato un Himars americano, arrivato poi a Kiev e lanciato dall’Ucraina su un obiettivo civile completamente estraneo alle strategie belliche. A dimostrazione di ciò i video e le foto pubblicate sui canali social dell’associazione, ma anch’esse rimaste nel buio.

Le responsabilità Nato

La totale estraneità delle autorità e, di conseguenza, dell’Europa e dell’Occidente è comprensibile tenendo conto che quell’arma, di nuova generazione ed estremamente precisa nel mirare i bersagli, è data in dotazione a Kiev dalla Nato. A portare alla morte dei due volontari è stato probabilmente un errore tecnico nel lancio del missile da parte degli ucraini: e se è vero che in guerra, purtroppo, si perde il conto delle vittime, è vero anche che è sempre più evidente che le vittime non allineate a Kiev non vengono enfatizzate nei bollettini.

I civili, forse, si dividono tra quelli di serie A e quelli di serie B. Ma anche sul piano propriamente bellico questo fatto dovrebbe far riflettere. Si parla, infatti, di armi che hanno un costo che sta sulle centinaia di migliaia di dollari: che senso ha pagare per poi vederle utilizzate su un deposito dove di militare non c’è niente, ma solo cucine da campo e volontari? In guerra non è facile distinguere tra buoni e cattivi. “Va cercata la pace”, dicono, ma come? Tra chi?

Bianca Leonardi, 21 luglio 2022

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