Boris Johnson si dimette oggi

BoJo deve arrendersi: dimissioni di massa nel suo governo. Ma forse resterà fino a ottobre

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Boris Johnson deve arrendersi. Lì dove non sono riuscite le trattative sulla Brexit, la gestione della pandemia e la guerra, vanno a segno gli scandali. Stando a quando rivelato dalla Bbc, BoJo ha deciso di accettare di dimettersi come ormai gli stava chiedendo gran parte del partito e del suo stesso governo. Adios, fine dell’esperienza, niente più capello ribelle a Downing Street.

Che si fosse arrivati al capolinea lo si era capito già ieri, quando una sfilza di dimissioni aveva investito il gabinetto del premier. Oggi il tachimetro contava qualcosa come una cinquantina di addii tra ministri e sottosegretari, un numero difficilmente ignorabile nonostante BoJo ieri abbia cercato di convincere i Tories a far continuare l’esperienza di governo. Nell’elenco dei ribelli ci sono anche pezzi grossi dell’esecutivo: il ministro della Giustizia, James Cartlidge; quello della Scienza, George Freeman; quello per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis. E ancora: il ministro della Salute Sajid Javid, quello della Sanità Edward Argar, il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak e il Segretario per il Galles, Simon Hart. Senza contare che anche i ministri degli Interni, dell’Impresa e dei trasporti hanno chiesto a BoJo di lasciare Downing Street. In pratica, un ammutinamento.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo scandalo del vice ‘chief whip’ Christopher Pincher, una torbida storia di festini alcolici, presunte molestie sessuali e via dicendo. Dopo il partygate, un altro scivolone che i Tories contrari a BoJo hanno colto come palla al balzo per silurarlo. Secondo le prime indiscrezioni, Boris sarebbe pronto a dimettersi già oggi da leader dei Tory ma resterebbe in carica al governo fino al momento in cui il partito non sceglierà un suo successore. Il passaggio di consegne potrebbe avvenire dopo l’estate, forse in autunno.

A rendere ancor più evidenti le difficoltà sono state le dimissioni inattese di questa mattina. Dopo neppure 48 ore dalla loro nomina ad opera dello stesso Johnson, infatti, sia il neo cancelliere dello Scacchiere britannico, Nadhim Zhawi, che la ministra dell’Istruzione, Michelle Donelan, hanno annunciato dimissioni lampo. Il messaggio dei Tory è dunque chiaro: vogliamo un cambio di leadership.

Resta da capire, adesso, che effetto avrà la crisi di governo anche sullo scenario internazionale. In Gran Bretagna il partito della difesa dell’Ucraina ad ogni costo è molto trasversale. E Putin non gode certo di ottima fama tra i sudditi di Sua Maestà. Ma la Gran Bretagna è tra i “falchi” Occidentali: avere un premier azzoppato a Downing Street, potrebbe cambiare qualcosa. Non resta che attendere.

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