Brasile, Bolsonaro offre rifugio ai cristiani perseguitati

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Le 17 case di tortura clandestine dei servizi di Maduro scoperte dalle Nazioni Unite

La Missione internazionale d’inchiesta delle Nazioni Unite ha presentato ieri a Ginevra il suo ultimo rapporto, identificando i responsabili della tortura e della repressione contro i dissidenti venezuelani e chiedendo che Maduro sia sottoposto a un’indagine penale per accertare la sua responsabilità nei crimini contro l’umanità. La Missione Onu nel suo rapporto ha anche rivelato l’esistenza di almeno 17 case che fungono da centri di tortura clandestini della Direzione generale del controspionaggio militare (Dgcim) chavista.

I 17 luoghi clandestini di detenzione/rapimento utilizzati dalla Dgcim che l’Ono ha potuto identificare sono: un appezzamento di terreno nel quartiere di Prados del Este a Caracas; una casa chiamata Tamanco, vicino all’Hotel Tamanco, a Caracas; una casa chiamata La Trinidad, a Caracas; una casa chiamata Galpón, nel quartiere Guarenas, a Caracas; un sito a San Bernardino, vicino al ristorante Crema Paraíso, a Caracas (ora inattivo); una casa nel quartiere di Bello Monte, a Caracas; una casa nel settore La Mariposa, denominata “Casa de Granko nº 1”; una casa chiamata Galpon, a La Mariposa; una casa nel settore di Los Naranjos; una casa nel settore Lomas de Las Mercedes; una casa nell’urbanizzazione di San José, a Fuerte Tiuna o dintorni, a Caracas; un sito a Fort Tiuna, dove hanno sede il Ministero del Potere Popolare per la Difesa e il Comando dell’Esercito. Questo luogo è composto da 12 celle che sono amministrate dalla Dgcim, separate dal carcere amministrato dalla Polizia Militare; un luogo chiamato Sorocaima o La Mariposa nella zona militare di San Antonio de Los Altos, nello stato di Miranda; un sito nella zona montuosa del comune di El Hatillo, nello stato di Miranda; una casa in Alto Prado, vicino al centro commerciale Plaza; un sito vicino all’aeroporto La Carlota;

La “collina”, situata all’interno di Caracas (a mezz’ora di macchina da Boleíta), dove i detenuti vengono presi, incappucciati e data una pala per scavare le loro tombe, dopodiché i funzionari della Dgcim fingono di sparargli.

Gli Usa accusano Venezuela, Cuba e Nicaragua di promuovere la crisi migratoria

Il commissario del Dipartimento delle dogane e della protezione delle frontiere (Cbp) degli Stati Uniti, Chris Magnus, ha indicato i regimi di Venezuela, Nicaragua e Cuba, come i principali promotori della nuova ondata migratoria nell’emisfero occidentale. “I regimi comunisti falliti in Venezuela, Nicaragua e Cuba stanno guidando una nuova ondata migratoria in tutto l’emisfero occidentale, compreso il recente aumento degli incontri al confine sud-occidentale degli Stati Uniti”, ha affermato Magnus. Il numero di immigrati detenuti alla frontiera meridionale degli Stati Uniti ha superato per la prima volta i 2 milioni in un anno, secondo i dati del governo statunitense pubblicati ieri.

Sconvolgente rapporto delle Nazioni Unite accusa Maduro di crimini contro l’umanità

La Missione internazionale d’inchiesta delle Nazioni Unite ha presentato ieri a Ginevra il suo ultimo rapporto, identificando i responsabili della tortura e della repressione contro i dissidenti venezuelani e chiedendo che Maduro sia sottoposto a un’indagine penale per accertare la sua responsabilità nei crimini contro l’umanità. “Le prove raccolte durante le indagini ci permettono di sostenere che il presidente era a conoscenza delle violazioni e dei crimini e che, in alcune occasioni, ha dato ordini al direttore generale e ai direttori di altre unità dei Servizi di intelligence nazionale bolivariani (Sebin)”, si legge nel devastante rapporto. Secondo il documento, “informazioni interne affidabili indicano che il Presidente ha una cerchia ristretta di consiglieri fidati, tra cui Diosdado Cabello, Tareck Zaidan El Aissami Maddah e il Ministro degli Interni, che consulta per emanare ordini poi comunicati lungo la catena di comando, portando a violazioni e crimini”. Il rapporto ha inoltre concluso che “la vicepresidente Delcy Rodríguez era a conoscenza della commissione di questi crimini nel Sebin” e nonostante avesse l’autorità per farlo, non ha impedito i crimini e le violazioni né li ha ostacolati”.

L’Onu prova che il regime cubano addestra i servizi di intelligence venezuelani 

Nello stesso rapporto presentato ieri a Ginevra si conferma anche che il regime cubano ha addestrato i servizi di intelligence venezuelani grazie alla firma di un Memorandum d’intesa confidenziale firmato nel 2008 e tuttora vigente. “I cubani hanno formato, consigliato e partecipato ad attività di intelligence e controspionaggio con la Dgcim”. Il Memorandum affida al Ministero della Difesa cubano la supervisione della ristrutturazione dei servizi di intelligence militari venezuelani, anche attraverso la “creazione di nuovi organismi”. Questo Memorandum d’Intesa ha anche affidato al regime cubano “la formazione dei funzionari della Dgcim, compresi quelli di rango superiore, e lo svolgimento di un ruolo attivo negli sforzi di controspionaggio venezuelano”, osserva la Missione Onu. Secondo documenti riservati esaminati dall’Onu, se un funzionario della Dgcim si rifiutava di seguire le istruzioni degli agenti cubani, veniva “sospettato di controrivoluzione”. Inoltre, gli agenti cubani “hanno anche svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo delle tecniche di interrogatorio e di tortura”.

Il Brasile apre le frontiere ai preti cattolici perseguitati dalla dittatura nicaraguense

Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro ha proposto ieri all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di “aprire le porte” ai religiosi cattolici che “subiscono persecuzioni” dal regime di Daniel Ortega in Nicaragua. “Il Brasile apre le sue porte per accogliere i sacerdoti e le suore cattoliche che hanno subito persecuzioni dal regime dittatoriale del Nicaragua”, ha detto Bolsonaro all’Onu, in un discorso in cui si è dichiarato “difensore incondizionato” della libertà di espressione e dei diritti religiosi nel suo Paese. Bolsonaro ha inoltre chiesto “un cessate il fuoco immediato” in Ucraina e ha auspicato il mantenimento di “canali di dialogo” per risolvere un conflitto, che dura da sette mesi e il cui impatto “ci mette tutti in contrasto con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Invitando a riformare il sistema delle Nazioni Unite, Bolsonaro ha affermato che “l’80% dell’Amazzonia rimane incontaminato”, smentendo le notizie che dicono altro. Ha inoltre sottolineato che il suo Paese ha accolto più di 350.000 venezuelani “in fuga dalla violenza e dalla fame”. Infine Bolsonaro ha sollevato la questione della corruzione scoperta da Lava Jato per attaccare Lula ,“ Nel mio governo abbiamo sradicato la corruzione sistemica che esisteva nel Paese. Nel periodo dal 2003 al 2015, quando la sinistra governava il Brasile, il debito di Petrobras aveva raggiunto i 170 miliardi di dollari. Il responsabile di ciò è stato condannato all’unanimità tre volte ”, ha affermato ieri aprendo la 77a Assemblea delle Nazioni Unite.

Paolo Manzo, 21 settembre 2022

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