Appunti sudamericani

Stati Uniti, Maduro invia criminali tra i migranti

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Boom dell’immigrazione negli USA dalle dittature latinoamericane

Gli Stati Uniti hanno arrestato 203.597 migranti nel mese di agosto, più del 25% provengono da Venezuela, Cuba e Nicaragua, i tre paesi latinoamericani retti da dittature di sinistra. Sebbene non sia possibile identificare un unico motivo per questo improvviso cambiamento dei flussi migratori, è estremamente difficile per gli Stati Uniti espellere i migranti da quei tre paesi. Le relazioni degli Stati Uniti con le dittature di Venezuela, Cuba e Nicaragua sono infatti tese, il che rende quasi impossibile il rimpatrio dei migranti di tali nazionalità.

Il Messico si è infatti impegnato ad accettare i migranti espulsi ai sensi del titolo 42 se provengono da Guatemala, Honduras o El Salvador, oltre ai messicani. Biden si è allora appoggiato ad altri paesi del continente per accogliere queste persone in fuga, tra cui Messico, Costa Rica – che ospita molti nicaraguensi – e Colombia, che ha accolto oltre due milioni di venezuelani negli ultimi anni. Solo ad agosto le autorità statunitensi hanno arrestato 18 mila migranti venezuelani al confine con il Messico, la stragrande maggioranza dei quali intorno a Eagle Pass e Del Rio, in Texas. I circa 50 migranti che il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha trasferito nella lussuosa isola di Martha’s Vineyard in Massachusetts erano infatti tutti venezuelani, così come cinque delle sei persone che le autorità statunitensi hanno trovato annegate nel Rio Grande nel fine settimana del Labor Day. Il sesto era del Nicaragua.

Maduro invia criminali venezuelani negli Usa mischiati ai migranti

Secondo un rapporto dell’intelligence del Dipartimento per la sicurezza interna Usa il regime venezuelano sta rilasciando criminali dalle carceri affinché entrino negli Stati Uniti attraverso il suo poroso confine. Molti di questi criminali, alcuni condannati per omicidio o stupro, viaggiano in carovane di migranti provenienti dal Messico e sono organizzati dai servizi segreti chavisti, il SEBIN. L’informazione non sorprende, perché queste sono le tattiche abituali del regime chavista.

Durante le rivolte in Cile nel 2019 ci sono state diverse segnalazioni di partecipazione di criminali venezuelani solidali con il regime. Allo stesso modo, è una vecchia tattica, simile a ciò che fece il regime cubano di Fidel Castro negli anni ’80, durante il cosiddetto “Esodo di Mariel” (rivedete Scarface per capire). Vale anche la pena di ricordare che uno dei fondatori di Black Lives Matter si è recato in Venezuela per osservare l’ultimo processo elettorale del chavismo e che quando Maduro ha visitato l’ultima volta New York, ha incontrato gli organizzatori del gruppo. Mike Gonzalez, della Heritage Foundation, ha del resto scritto un libro molto dettagliato in cui spiega i rapporti stretti tra BLM e Venezuela.

Cuba: il Paese latinoamericano con più attacchi contro la libertà di stampa

Cuba è stato il paese con il maggior numero di attacchi alla libertà di stampa in America Latina nel 2021, secondo il recente Rapporto della ong Red Voces del Sur (RVS), con un totale di 1.129 segnalazioni di violazioni. Il rapporto denuncia che la dittatura di Díaz-Canel “non ha mai mostrato un impegno serio per le libertà fondamentali”, ma ha dato continuità al “progetto politico autocratico, violento e profondamente antidemocratico che si è cementato in più di 63 anni” .

Secondo il rapporto, le 1.129 violazioni segnalate nell’ultimo anno rappresentano un aumento del 228% rispetto al 2020. Di queste, il 66% corrisponde ad arresti arbitrari, il 22% a restrizioni di Internet e il 7% ad aggressioni ed attacchi fisici. “Lo Stato, attraverso la polizia è responsabile del 99% delle aggressioni contro i giornalisti le cui detenzioni arbitrarie sono aumentate del 425% negli ultimi 12 mesi”, spiega il testo. Durante le proteste dell’11 luglio 2021 Red Voces del Sur sottolinea che almeno 50 giornalisti sono stati arrestati. L’ong evidenzia i casi del giornalista Lázaro Yuri Valle Roca, detenuto dal 15 giugno 2021, per i reati di “disprezzo” e di “propaganda nemica” e l’influencer Yoandi Montiel (El Gato de Cuba), che sta scontando una pena detentiva di due anni, anche lui per “mancanza di rispetto”.

Paolo Manzo, 20 settembre 2022

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