Brexit: Johnson rompe i dogmi europeisti

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Voglio vedere le facce. Non quelle degli eurocrati, quelli sorridono sempre, un po’ perché non credono in nulla, un po’ perché il loro potere, sul breve periodo, aumenterà persino, ora che Uk esce davvero dalla Ue. No, voglio vedere le facce degli opinionisti, giornalisti, docenti universitari, analisti internazionali (che non ho mai capito che lavoro sia). In anni molti di noi hanno intrattenuto dibattiti pubblici con loro e avevano sempre quel risolino di sufficienza sul volto: la Brexit non passerà mai, il percorso della “integrazione europea”, un concetto teologico, è inarrestabile e se il popolo inglese si è sbagliato saranno quelli come noi, le élite (autoproclamatisi tali) che comunque decideranno, in un modo o nell’altro. E ci hanno effettivamente provato con Theresa May, poi con la farsa del possibile secondo referendum, si sono attaccati persino al cavallo di Corbyn, e poi alla forza, che essi credevano sovrumana, della burocrazia europea, capace di ammazzare il leone inglese.

Dopo la landlslide schiacciante di Boris Johnson un anno esatto fa, si erano un po’ depressi ma erano ridiventati baldanzosi con il Covid e con Biden. Un Johnson in difficoltà con la pandemia avrebbe ceduto, credevano, a una Brexit only in the name. Mentre Biden avrebbe preso per la calotta l’albionico, che si sarebbe messo paura. Ancora pochi giorni fa, con la vicenda ridicola della “variante inglese” del virus e il blocco francese di Dover, ci hanno provato: il covid è la guerra fatta con altri mezzi.

Ora è possibile che le forze oscure della tecnoburocrazia cercheranno di annacquare tutto ma il dado è tratto. Un membro della Ue esce, il “sogno” è spezzato, il grande disegno teologico secolarizzato, l’idea di un percorso finalistico verso il Bene, cioè l’Unità Europea, una filosofia della storia, cheap ma sempre intollerante, fantastica e violenta come tutte le filosofie della storia, è andata in pezzi.

E si, già stanno dicendo che in fondo l’Inghilterra non è mai stata “europea” (e Shakespeare cosa è, asiatico?) e che in fondo è un bene che sia uscita, e che ora il blocco nel disegno divino rappresentato dalla Perfida Albione se n’è andato e l’Integrazione Europea, il nuovo Moloch, correrà ancora più veloce.

Ma è evidente che non sarà così. Sui dettagli dell’accordo glissiamo, perché oggi vogliamo festeggiare, in questo Natale, non solo la nascita di Nostro Signore ma la rinascita della Sovranità. Che, più di qualsiasi altro virus, è contagiosa.

Marco Gervasoni, 25 dicembre 2020

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