L'attacco a lady Harry Potter

Bruciata viva: i trans “perseguitati” fanno morire la Rowling in un libro

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Com’era? Quella dell’odiare ti costa, dell’universo genderfluid tutto amore, vessato e aggredito dal mondo tossico dei maschi-maschi? Quella della minoranza criminalizzata costretta a sopravvivere in una giungla umana di testosteronici? Ecco, succede che la scrittrice J. k. Rowling, per brevità “quella di Harry Potter”, da mesi, da anni deve vedersela con l’odio degli amorevoli che vorrebbero sterminarla avendo ella osservato, banalmente, che una donna è una donna, un uomo è un uomo e, per logica aristotelica, se A non è B, B non può essere A neppure se si sente C.

Nel gergo dei cuoricini feroci sarebbe che lei è una trans-exclusive, una che si ostina a pensare che la biologia abbia ragione dell’autopercezione. Indi per cui i desideri di morte di cui Rowling viene gratificata non bastano più, arriva il romanzo post-apocalittico, per la letteratura senz’altro, a firma di questa Gretchen Felker-Martin. “Manhunt” narra di due donne transgender trans Europe Express, come la canzone dei Kraftwerk, che tentano di sopravvivere in un mondo devastato da una piaga che trasforma chiunque abbia abbastanza testosterone in corpo in una mostruosità urlante”. Le attiviste trans sono in guerra con le “TERFs”, l’acronimo dispregiativo che il mondo Lgbtq ambarabà Cicci Coccò riserva a quanti ancora ragionano, che in questo mondo di post pazzi è diventato impossibile.

E insomma va a finire che la Terf, cioè la J.K., finisce per carbonizzarsi nel suo castello, perché la Terf folle ovviamente ha un castello, avendo fatto i fantastiliardi con la sua saga del Maghetto notoriamente transfobico, quindi infiliamoci pure un po’ di sana lotta di classe, che non fa mai male, e, per transordalia, nel rogo si riduce carbonizzata, tipo pollo al cartoccio dimenticato in forno. Così impara, questa brutta person*.

Lotta di classe, contro il liberismo guerrafondaio, ma fino a un certo punto: il (come altrimenti definirlo/a/LGBT/qwerty/?) vergatore del prezioso, innovativo transromanzo, pompa il suo transcapolavoro regolarmente rivolgendo pensieri di violentissima partecipazione a Rowling con inviti del genere: “Se sei stufo dei romanzi scritti da autori transfobici, prova il mio romanzo Manhunt, scritto da una donna trans per un pubblico trans. Le donne trans si innamorano e scopano e uccidono Terf, uomini selvaggi cacciano nelle terre selvagge, J.K. Rowling muore, ecc.”. Eccetera. “Prova” il suo romanzo, che ti costa. Vorrai mica diventare transfobico.

Fosse un essere umano normale, finirebbe dritto in galera, ma, siccome si tratta di “una donna trans”, che scopa, sapevatelo, tutti zitti e buoni, se no è odio, genderfobia, testosterone tossico. Difficile dire quanto successo avrà il racconto sterminatore di una trans che si percepisce scrittora, ma è scontato prevedere che riscuoterà l’orgasmico entusiasmo da baccanti, evoè evoè, di: Boldrine, Murgie, Cathy La Qualunque, Black Lives Matter (quelli che si percepiscono neri e intanto i boss della setta si regalano magioni da 6 milioni di dollari, percependosi molto reiette).

Più che cancel culture, siamo alla cancel brain; più che alla woke, alla wake, nel senso di wakkata. Intanto in America chi persiste a non mettersi in testa che il sesso biologico non esiste ma esiste il sesso che vi pare, oggi qui domani là, viene licenziato, pestato, aggredito sui social, con tanto di indirizzo di casa pubblicato e l’invito a fare una visitina definitiva, tipo il transromanzo; quanto alla Rowling, non vive più e neanche i prodigi di Harry Potter possono salvarla. Però ad essere vittime di odio sono quelli che vogliono rovesciarle addosso una tanica di benzina dopo averla squartata: e questi sarebbero gli attivisti trans, gente senza arte né parte né sesso, buona a nulla ma capace di tutto.

Ora, che gli uomini, anzi gli esseri viventi, sono dei pazzi, questa è la prima cosa che capisce, dopo un po’, uno che per mestiere frequenta i viventi e li racconta. Qui però siamo oltre, siamo alla demenza della meschinità: quanta miseria per non dire che il se’ percipiente scrittore trans è semplicemente invidioso di una che coi romanzi ha fatto i soldi, e senza nemmeno dover fingere di non essere quella che è.

Max Del Papa, 24 aprile 2022

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