La Ripartenza

Brumotti e la bimba che spacciava: “La scena più brutta della mia vita”

Il popolare campione di bike trial alla Ripartenza: “Aveva solo 11 anni e aveva la cocaina nell’ovetto Kinder”

Vittorio Brumotti

Dopo la tavola rotonda dal titolo “Imprese sostenibili ma vive”, la sesta edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” ha visto protagonista Vittorio Brumotti. Il Centro Congressi della Fondazione Cariplo si è trasformato nel teatro dello show del campione di bike trial, noto per le sue incredibili acrobazie a bordo delle bici e per la sua battaglia contro la droga condotta insieme a “Striscia la notizia”. Non è un caso che il titolo del dialogo con Nicola Porro sia “Ruote per la legalità”.

“Ho trasformato le ruote della mia bici in ruote della legalità”, ha esordito Brumotti nel suo intervento a “La Ripartenza”: “Riappropriamoci del territorio, è un nostro diritto. Mi dà fastidio trovare i parchetti distrutti, con le bottiglie e le siringhe. Odio vedere gli spacciatori per le strade, che distruggono l’economia. Io non scopro l’acqua calda, ma vado dove è palese”. L’amato volto televisivo non ha fatto sconti a nessuno – “la colpa è degli italiani che pippano” – e ha posto l’accento sull’importanza dell’istruzione come arma per combattere la droga e la rete criminale: “Bisogna mandare i ragazzini a scuola, l’abbandono scolastico è aumentato tantissimo. La scena più brutta della mia vita a Rozzano: una bambina di 11 anni, con il fratellino di 12, alle 2.00 di notte con l’ovetto Kinder con dentro la cocaina. Non andava a scuola, il giorno dopo era ancora lì a vendere droga”.

“Dobbiamo andare in piazza e dire no!”, l’appello accorato di Brumotti che ha ricevuto l’applauso del numeroso pubblico presente al Centro Congressi della Fondazione Cariplo. E attenzione a puntare il dito contro lo Stato, per il campione di bike trial bisogna volgere lo sguardo altrove: “Ho visto tante generazioni crescere. Lo Stato non può fare tutto. Io vedo genitori su TikTok che si credono teenager. Mamme e papà sono impegnati ad acchiappare like e non a fare i genitori. Mio papà è il mio migliore amico, li amo”. Senza lesinare stoccate a modelli sbagliati – basti pensare ai “testi di canzoni un po’ esagerate” di rapper e trapper, che spesso influenzano i più giovani – Brumotti ha ripercorso alcuni degli episodi più importanti della sua battaglia contro il crimine: “Un paio di volte mi hanno sparato, per fortuna avevo l’auto blindata”.

“Dobbiamo prenderli in giro, perché vivono con le nostre paure e fomentano il terrore nelle famiglie”, ha aggiunto Brumotti soffermandosi sui faccia a faccia spesso pericolosi con i malviventi. E l’attenzione torna all’educazione dei più giovani: “Dobbiamo formare giovani onesti: se li formiamo, i ragazzi capiscono che il sistema bullistico è sfigato”. Dopo una riflessione sull’invasione della ‘ndrangheta nel Nord Italia – “Se vai nell’hinterland milanese, trovi le ‘ndrine a fare i summit. La nuova generazione non si nasconde più, li trovi con i macchinoni. Milano è invasa dalla ‘ndrangheta” – Brumotti ha lanciato l’allarme per il possibile arrivo in Italia di una sostanza stupefacente dagli effetti devastanti: “Siamo invasi dalla droga e speriamo che non arrivi con il fentanyl. A San Francisco siamo andati a vedere gli zombie. Il fentanyl ti distrugge dall’interno e bastano 30 euro per sballarsi una settimana”.

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