Esteri

La guerra in Ucraina

Bucha, la versione di Putin: “Sappiamo chi è stato”. Ma spunta un video

Il procuratore della Corte Penale Internazionale promette verità. La Russia nega responsabilità

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Si torna a parlare di Bucha, quel massacro di civili su cui in tanti, tra cui Toni Capuozzo, hanno sollevato alcune domande. Non sul numero di vittime né sull’esistenza o meno dei morti, sia chiaro. Ma su quelle immagini di cadaveri trovati in strada che hanno tanto colpito l’Occidente.

Bene. Ci sono delle novità sull’argomento. Novità che arrivano sia dal campo ucraino che da quello russo. Le riportiamo entrambe, così l‘ente americano che ci ha infilato tra i blog “putiniani” non potrà dire che siamo di parte (non che la sua opinione ci interessi granché).

Secondo il sindaco di Bucha, Anatolii Fedoruk, poco prima di lasciare la cittadina alle porte di Kiev, i russi avrebbero dato la caccia ai residenti casa per casa. “Gli occupanti uccidevano a Bucha seguendo un elenco”, ha detto alla Bbc. Liste che, sempre secondo il primo cittadino, sarebbero state scritte da “qualcuno del posto”. Magari “collaboratori”, spie interne, ma insomma “sapevano in anticipo da chi stavano andando, a quale indirizzo e quali persone ci fossero”.

Affermazioni che, come normale che sia, verranno sottoposte alle dovute indagini. Così come accadrà alla foto dei soldati indicati come autori del massacro, e poi rivelatasi un fake. Magari sarà compito della corte dell’Aja. Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, si dice convinto che “a tempo debito” saranno accertate tutte le responsabilità del caso. “Arriveremo alla verità perché in aula non ci si può nascondere – ha detto, anche lui alla Cnn – Qualunque siano le narrazioni e le contro-narrazioni, le prove dovrebbero essere adeguatamente controllate…”.

Intanto oggi l’emittente statunitense ha pubblicato un video (clicca qui) in cui si vedrebbero i veicoli e i soldati russi vicino ai cadaveri di civili ritrovati per strada. Le immagini sarebbero state riprese il 12 e il 13 marzo: si vede un mezzo di Mosca e alcuni soldati vicino agli stessi corpi che si notano nei video già pubblicati nei giorni scorsi, sia quelli sul campo che quelli diffusi da Maxtar. Secondo alcune fonti, il battaglione ritenuto responsabile del massacro sarebbe stato inviato nei punti più caldi del conflitto per “eliminare” testimoni e autori delle violenze.

La Russia, dal canto suo, continua a negare ogni responsabilità. Ieri Vladimir Putin durante il colloquio con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è stato molto chiaro. “Sappiamo chi ha messo in scena questa provocazione a Bucha – ha detto – L’esercito russo non ha nulla a che fare con quello che è avvenuto”.
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