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Cara Ursula, che fine ha fatto lo “stile di vita europeo”? - Seconda parte

Sembra di capire che lo stile di vita, a cui fa riferimento la burocrazia europea, è interpretata in chiave estrosa per confutare i generi stereotipati, liquidando come pregiudizi i ruoli del padre e della madre per affermare la dimensione del gender fluid.

Se lo stile di vita da proteggere consiste nella ribellione alla verità biologica che autorizza all’indecisione di genere, diventa proibitivo immaginare che l’Europa contrapponga al fondamentalismo la decisione identitaria e l’irrevocabilità delle nostre conquiste di civiltà.

Andrea Amata, 5 novembre 2020

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