Caro Bertolaso, la tessera a punti sullo “stile di vita” è una pessima idea

Come vivere lo decidiamo noi. E scegliamo anche chi ci deve rappresentare: siete voi al nostro servizio, e non il contrario

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Bertolaso Tessera Punti

Si legge sulle agenzie di ieri che l’assessore della Regione Lombardia al Welfare, Guido Bertolaso, ha avuto una pessima idea, animata certamente dalle migliori intenzioni. Sentiamola: «L’idea che dobbiamo portare avanti e studiare è quella di una tessera sanitaria a punti in modo che se conduci uno stile di vita corretto e salutare puoi guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi che possono essere diverse modalità di premialità».

Il punto chiave è «stile di vita corretti». Tutti noi, o meglio molti di noi, sanno ormai che fumare fa male, bere alcol in quantità eccessive pure. Ma sappiamo anche che lo stress è un fattore di rischio per molte malattie, così come la cattiva alimentazione o la sedentarietà. Siamo abbastanza certi che lo stile di vita di un uomo impegnato come Bertolaso sia pericoloso. Da capo della Protezione civile non avrà dormito per notti intere, avrà avuto tassi di stress inimmaginabili, avrà mangiato saltuariamente e probabilmente senza grande attenzione per il bilanciamento della sua dieta. C’è chi poi è costretto a condurre uno stile di vita poco salutare per motivi economici, o chi lo fa per ignoranza o per desiderio. Tutte situazioni che potrebbero essere considerate dalla tessera di Bertolaso. Un green pass degli orrori. Si parte con un buon fine e si finisce con un controllo sociale orwelliano. Siamo certi che questa non sia l’idea dell’assessore, ma la tessere a punti è l’arma, per ora scarica, che qualcuno sarà ben felice di usare.

Nessuno di noi mette in dubbio l’importanza della prevenzione. E una spintarella a farla è cosa buona e giusta. Ma attenzione a non superare il limite. Quando lo Stato o un assessore o una serie di linee guida scritte da un burocrate, per quanto preparatissimo, si permettono di decidere quale sia il corretto stile di vita da mettere in relazione ad una prestazione pubblica, si è all’inizio della fine.

La Lombardia è ad un livello avanzatissimo di screening di prevenzione di alcuni tumori che regala alla sua popolazione. Troppo pochi si sottopongono a questi controlli? Male. Ma il danno della tessera è peggiore del sollievo che si vuole recare.

Cari politici, lo stile di vita lo decidiamo noi. Come noi decidiamo chi ci deve rappresentare. Siete al nostro servizio, e non il contrario. Siamo abili, adulti e nel pieno delle nostre facoltà mentali quando decidiamo chi eleggere. E invece diventiamo dei minus habens quando scegliamo uno stile di vita, che chi abbiamo eletto considera inappropriato? C’è un paradosso perverso in questa visione.

Nicola Porro, il Giornale, 17 febbraio 2024

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