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Caro Porro, 7 cose che non tornano sulla tassa alle banche

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Gentile Dott. Porro,

da liberale laureato in economia con lode sono rimasto inorridito non solo dalla vergognosa extra tassa (di extra c’è solo la tassa) ma anche dall’essermi reso conto che di liberali siamo rimasti solo io lei e pochi altri. Purtroppo siamo in via di estinzione, e me ne accorgo solo ora. Pensando di fare cosa gradita condivido con lei alcune riflessioni sull’argomento in oggetto:

1. Gli extraprofitti non esistono. Come non esistono gli extrapareggi o le extraperdite. Esiste un governo che chissà per quale motivo ritiene che in una democrazia occidentale sia normale stabilire una sera d’agosto che a libere imprese private che in un dato anno realizzano profitti oltre un livello da loro arbitrariamente fissato i profitti ulteriori vadano sequestrati. Retroattivamente. Infatti vengono aggrediti i bilanci del 2022 già chiusi. Oggi alle banche, domani a chi? Ai ristoratori? Agli albergatori? Ai farmacisti? Ai balneari? Agli avvocati? Ai giornalisti? Quali saranno le soglie che si inventeranno oltre le quali scatterà il sequestro dei guadagni?

2. Le banche non sono entità astratte che vengono da Marte e che dallo spazio siderale manipolano malvagiamente i nostri soldi. Le banche siamo noi. Vuoi perché possedute dal popolo italiano attraverso lo stato, come Mps, vuoi da Fondazioni benefiche, vuoi possedute da piccoli risparmiatori azionisti, cioè noi. E qui viene il bello: le azioni delle banche sono dentro i fondi pensione, i fondi di investimento, sono i nostri risparmi presenti e futuri. Se ben gestite le azioni salgono, e ne beneficiamo tutti. I dividendi che vengono pagati agli azionisti aumentano, ed i nostri risparmi e le nostre pensioni saranno più alti. Se i bilanci delle banche presentano numeri solidi, quindi senza extratasse inventate una sera di agosto, le banche prestano di più ed accontentandosi di spread più bassi.

3. Con l’inflazione, sulle cui cause possiamo disquisire a lungo ma sicuramente qualcosina c’entra la guerra che nessuno fa nulla per fermare se non il Papa, la Bce è costretta ad alzare i tassi, sennò salta il banco. Tutte le banche centrali del mondo in presenza di inflazione devono alzare i tassi, lo si impara alle prime lezioni di una qualunque laurea in economia.

4. Ho sentito dire: le banche sono state rapide nell’alzare i tassi dei mutui variabili. Ma hanno mai fatto un mutuo in vita loro? Le dinamiche dei tassi di un mutuo a tasso variabile, in aumento od in diminuzione, sono scritte nei contratti firmati davanti al notaio, si muovono in automatico al variare dei tassi di riferimento, le banche non possono alzare od abbassare arbitrariamente nulla.

5. Gli stessi di cui sopra dicono: le banche non hanno alzato i tassi attivi dei conti correnti. Ma lo sanno che i conti correnti non sono un investimento? I conti correnti non devono rendere perché sono un servizio, non un investimento. Possono avere un tasso attivo ma è un di più per attirare clienti solo se lo si ritiene opportuno secondo le politiche commerciali di una banca, non è la loro natura finanziaria. Servono soltanto per gestire la liquidità ricevendo ed effettuando bonifici, ritirando e versando contanti, addebitando assegni, carte, bollette ecc. Se si vuole investire la liquidità, bisogna fare i conti deposito, che sono molto ben remunerati e pubblicizzati da tutte le banche. O investire in strumenti finanziari, e c’è l’imbarazzo della scelta. Le vedete le pubblicità ovunque, ad esempio dei collocamenti di Btp riservati al retail, o le vedo solo io? E bisogna aggiungere che quando i tassi erano negativi, le banche sulla liquidità depositata presso la Bce hanno dovuto pagare interessi negativi, che non hanno trasferito ai loro clienti, accollandosi loro le perdite milionarie. Le cattive banche che non piacciono ai nostri governanti hanno fatto scudo e difeso i risparmi dei loro clienti, in silenzio, negli ultimi anni. Lo sapevate? No, perché non corrisponde alla narrazione tanto di moda in queste sere d’agosto delle banche brutte e cattive che fanno utili ingiusti senza muovere un dito.

6. E veniamo alle persone con i mutui a tasso variabile, che si ritrovano negli ultimi mesi con rate più alte, non per scelta arbitraria delle cattive banche ma come disposto dai contatti di mutuo firmati dai clienti davanti al notaio (senza pistola puntata alla testa, i mutui li chiedono liberamente i clienti andando a bussare alle porte delle filiali bancarie). Ma lo sapete che chi ha scelto un mutuo a tasso variabile ha beneficiato per tanti anni di tassi più bassi rispetto a chi ha scelto (perché è una libera scelta del cliente) un mutuo a tasso fisso? Si sono assunti un rischio, il cd rischio tasso. Quando daranno un ristoro i governanti terranno conto dei tassi più bassi che hanno pagato per tanti anni? E perché non dare un ristoro a chi, più prudente, ha scelto un tasso fisso ed ha pagato di più per tanti anni mentre gli altri pagavano meno? Perché premiare il comportamento rischioso e non quello prudente?

7. Vedo sventolare sondaggi che plaudono alla extra tassa perché il 91% degli italiani sono favorevoli. Bisognerebbe spiegare a lor signori che un ampio consenso su un provvedimento non è di per se indice di bontà dello stesso. Scommettete con me che se domani il governo propone di istituire per legge 10 giorni ulteriori di festività nazionali avremo il 99% degli italiani favorevoli? È una buona norma? Agli esperti di economia al governo l’ardua risposta.

Alvise Figà Talamanca, 10 agosto 2023

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