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Caro Porro, così col green pass ci vietano pure i libri - Seconda parte

Se una Biblioteca decide di conservare libri, se decide di prestare il loro sapere alla comunità, se decide di farsene tramite, se arriva persino a leggerli pubblicamente, ne faccia almeno tesoro. Ne faccia buon uso quando le viene richiesto. Lì sta scritto tutto. Io qui riporto solo ed esclusivamente ciò che ho imparato dai libri, anche da quelli della “mia” Biblioteca. Non serve aggiungere altro.

La storia si ripete e si annuncia, per giunta. Ciclicamente, nel silenzio assordante dei benpensanti. Basta avere occhi per leggere e cuore per capire. Non inizia mai in modo eclatante. Ma ciò non di meno continua in modo esponenziale. D’altra parte lo diceva anche Pasolini: “Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade, nelle officine, o con i discorsi, con gli scritti, con i versi: la lotta più dura è quella che si svolge nell’intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti”. (Pier Paolo Pasolini, Vie Nuove n. 51 del 28 dicembre 1961).

Con profonda tristezza nel cuore per il messaggio che verrà trasmesso ai nostri figli e sincero rammarico per quel coraggio che non si è alzato e non ha aperto, neppure nel Vostro caso, quella porta, Vi saluto cordialmente.

Silvia Cagnin

P.S. Nei giorni scorsi vi ho reso un libro. Si intitola L’uomo è antiquato del filosofo ebreo e tedesco Günther Anders. È stato mutuato dalla Biblioteca di Mestre, su mia richiesta. Consiglio alla Biblioteca del mio paese di acquistarlo. La arricchirebbe non poco. In esso ho trovato scritto:

“Per soffocare in anticipo ogni rivolta,
non bisogna essere violenti.
I metodi del genere di Hitler sono superati.
Basta creare un condizionamento collettivo così potente
che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno
più alla mente degli uomini.
L’ ideale sarebbe quello
di formattare gli individui
fin dalla nascita
limitando le loro
abilità biologiche innate.
In secondo luogo,
si continuerebbe il condizionamento
riducendo drasticamente l’istruzione,
per riportarla ad una forma di inserimento professionale.
Un individuo ignorante
ha solo un orizzonte
di pensiero limitato
e più il suo pensiero è limitato
a preoccupazioni mediocri,
meno può rivoltarsi.
Bisogna fare in modo
che l’accesso al sapere diventi sempre
più difficile e elitario.
Il divario tra il popolo
e la scienza
deve aumentare,
l’informazione
destinata al grande pubblico
anestetizzata
da qualsiasi contenuto sovversivo.
Niente filosofia.
Anche in questo caso bisogna usare
la persuasione
e non la violenza diretta:
si diffonderanno massicciamente,
attraverso la televisione,
divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo.
Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso.
E’ buono,
in chiacchiere
e musica incessante,
impedire allo spirito di pensare.
Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani.
Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.
In generale si farà in modo di bandire
la serietà dell’esistenza,
di ridicolizzare tutto ciò
che ha un valore elevato,
di mantenere una costante apologia della leggerezza;
in modo che l’euforia della pubblicità
diventi lo standard
della felicità umana
e il modello della libertà.
Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione,
che l’unica paura,
che dovrà essere mantenuta,
sarà quella di essere esclusi dal sistema
e quindi di non poter
più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.
L’uomo di massa,
così prodotto,
deve essere trattato
come quello che è:
un vitello,
e deve essere monitorato come deve essere un gregge.
Tutto ciò che permette
di far addormentare
la sua lucidità
è un bene sociale,
ciò che metterebbe
a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato,
Ogni dottrina che mette
in discussione il sistema deve prima essere
designata come
sovversiva e terrorista
e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali”
(Günther Anders, “L’uomo è antiquato”, 1956)

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