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Caro Porro, dopo lo “schwa” parlano “in corsivo”: i miei coetanei sono deficienti

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Caro Nicola,
ho quindici anni e sono a dir poco amareggiato e deluso nel vedere che buona parte dei miei coetanei sta diventando una generazione di deficienti al seguito degli odierni “influencer”, che spesso non sono altro che dei distruttori di coscienze. Dopo lo “schwa”, ora si sono inventati anche l’idiozia del “parlare in corsivo”, un modo di esprimersi insensato che consiste nell’allungare di qualche secondo la durata di ogni parola. Tutto questo è diventato virale su Tik Tok, e sta sempre più prendendo tendenza. Io sono del parere che la colpa di questi fenomeni non é dei social in sé, che hanno invece ottime potenzialità; il problema è rappresentato da chi popola i social, da chi li riempie di novità nichiliste che non fanno altro che mandare allo sbando una generazione che ha già, a causa di questi tre anni difficilissimi, perso la retta via.

Mi chiedo: quando ritroveremo, cari ragazzi, l’orgoglio di essere noi stessi? Essere se stessi non è una costrizione: significa vivere liberi dalle negative influenze altrui, e quindi meglio. In tutto questo, egregio Nicola, la ringrazio per il grande lavoro che fa con la Zuppa e Quarta Repubblica, che seguo assiduamente e che, come sempre, mi fanno riflettere riguardo alla deriva che sta prendendo quella che si dovrebbe definire “società moderna”.

Cordiali saluti,
Flavio Maria Coticoni

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