La posta dei lettori

Caro Porro, ecco il primo effetto del terrorismo sui bambini

La posta dei lettori

Gentilissimo dottor Porro

condivido con lei una riflessione che ancora oggi mi lascia molta tristezza.

L’altro pomeriggio mi trovavo all’esterno di una farmacia del mio paese in attesa dell’esito del mio tampone. È arrivata una mamma con un bambino, avrà avuto circa 7/8 anni, anche loro per fare il tampone. Finito il prelievo si sono accomodati all’esterno della farmacia in attesa. Il bambino parlava tranquillamente con la mamma, gli chiedeva cosa sarebbe successo se fosse emerso che lui era  positivo mentre la mamma no. In particolare, mi ha fatto sorridere perché era preoccupato che la mamma lo potesse chiudere in una stanza. La mamma invece, con molta dolcezza, lo rassicurava che non avrebbe mai potuto chiudere un bimbo di 8 anni dentro una stanza, avrebbero semmai adottato alcuni accorgimenti. Era molto tranquillo e, come un qualsiasi bambino della sua età, parlava e faceva tante domande, anche molto acute e precise. Ad un certo punto è uscito l’infermiere che aveva eseguito il tampone ed ha fatto capire alla mamma che l’esito del tampone del bimbo era positivo. Il bambino improvvisamente ha smesso di parlare! Si è come raggelato. La mamma ha subito chiamato la nonna che probabilmente nei giorni precedenti era stata a contatto con il bambino e lui si è immediatamente preoccupato di sapere cosa avesse detto la nonna. L’ho guardato ed ho visto un bimbo preoccupato, impaurito che quasi si stava mettendo a piangere. Non capivo se era preoccupato perché sarebbe stato male oppure perché aveva paura di aver infettato i familiari o peggio ancora di aver combinato un guaio.

Sono entrata in farmacia per pagare il mio tampone ed uscendo l’ho visto là fuori, da solo perché la mamma era entrata per pagare e per capire cosa doveva fare ma lui, un bimbo di 8 anni, risultato positivo non poteva entrare in farmacia! Mi sono avvicinata per rassicuralo che sarebbe passato tutto e che doveva stare tranquillo. Ma negli occhi di quel bimbo mi è parso di scorgere tanta paura. Tornando a casa ed ancora ora mi chiedo cosa stiamo facendo ai nostri figli, ai nostri bambini e ragazzi. Stiamo togliendo loro la possibilità di godersi una parte della vita importantissima per il loro  sviluppo futuro ma soprattutto nei bambini stiamo diffondendo una paura che sono troppo piccoli per elaborare in maniera corretta e che rischia di portare gravi conseguenze dal punto di vista psicologico. Ho paura che i danni di tutta questa costruzione del terrore avrà in futuro conseguenze più gravi di quello che può essere il covid stesso.

La saluto cordialmente

Una mamma

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