La posta dei lettori

Caro Porro, ho il vomito: di chi è la colpa della strage di migranti

strage migranti a Crotone

Caro Porro,

ero restio a fissare in uno scritto le riflessioni che continuavano a mulinarmi nella mente, a seguito della notizia del tragico naufragio dei migranti, stipati sul caicco che si è sfasciato sulla spiaggia di Steccato di Cutro. La mia reticenza era dettata dalla paura di essere male interpretato o, peggio, strumentalizzato. Poi, bombardato dalle infinite dichiarazioni lacrimevoli, dalla sequela dei messaggi del tipo “Mai più…!”, “Non è degno di un Paese civile…!”, “Tragedia immane!”, “Dobbiamo vergognarci!”, “Silenziosa carneficina…” ecc… sono stato assalito da un sentimento misto di sconforto, tristezza, rabbia e… nausea.

Tralasciamo per un momento le centinaia di bambini che vengono uccisi tutti i giorni negli innumerevoli conflitti che infestano il mondo, scordiamoci anche di quelli che tutti i giorni vengono trucidati a pochi chilometri da casa nostra, delle bambine quotidianamente stuprate e ammazzate in Iran, ecc…; tralasciamo il fatto che l’imbarcazione è partita dalla Turchia (governata da un regime autocratico) e che ha attraversato, indisturbata, il tratto di mare forse più controllato del globo terracqueo, a causa del conflitto permanente tra Grecia e Turchia; tralasciamo il fatto che le condizioni del mare, al momento del naufragio, erano proibitive; tralasciamo… Quello che però non riesco proprio a digerire e che mi causa veri e propri conati di vomito è la ricerca affannosa, spasmodica, fanatica, retorica, nauseabonda, e chi più ne ha, più ne metta, di incolpare il Governo, l’Italia, l’Europa e l’Occidente intero per quanto è avvenuto.

Nessuno, dico nessuno di quelli che si sono presentati in lacrime davanti alle telecamere o che ha scritto accuse di fuoco contro l’intero mondo (Occidentale, bene inteso), si è posto questa semplice domanda: e che sia magari solo colpa dei governi dai quali fuggono questi disgraziati?!

Per approfondire

Da quello che leggo, le provenienze sono: Afghanistan, Iran e Pakistan. In Afghanistan, durante “l’occupazione” degli imperialisti americani non fuggiva nessuno. Quando gli yankee si sono ritirati, stufi di pagare un elevato tributo di vite umane e soldi e, per di più, di essere accusati di vile imperialismo, si sono viste scene strazianti di afgani che volevano essere portati via, in salvo, lontano dai talebani; probabilmente si trattava solo di comparse lautamente pagate dagli Usa. Invece di essere felici perché finalmente potevano essere governati da un governo autoctono… Mah, valli a capire.

In Iran c’è un regime teocratico feroce, sanguinario, che strazia quotidianamente i propri giovani, che impicca, tortura, stupra. Però è il loro governo, non si capisce perché vogliano emigrare nell’Occidente corrotto, secolarizzato, cinico e baro. Il Pakistan è stato creato perché, dopo la cacciata degli inglesi, che hanno lasciato in eredità all’India quella schifezza che noi chiamiamo democrazia, è stato presto evidente che era impossibile conciliare una qualunque forma di governo del popolo con la teocrazia. La soluzione è stata quella di creare una repubblica democratica islamica, governata da un regime ibrido, separata dall’India democratica ma, a quanto pare, non così “digeribile” per tutto il suo popolo. Sulla Siria stendiamo un velo pietoso (per fortuna ci sono i russi che si ergono a tutela del popolo siriano e non quei puzzoni di americani).

Allora, in che cosa consiste la colpa dell’Occidente, dell’Europa, dell’Italia? Di aver “inventato” la democrazia? Di aver voluto esportare quella robaccia lì, cercando di sostituirla a illuminate forme di governo teocratiche o dittatoriali, turbando i loro equilibri e causando emigrazioni di massa? E pensare che, in almeno due casi, la democrazia è stata esportata con successo (Giappone e India), ma chiaramente dei successi è meglio non parlare.

Mi sono poi preso la briga di consultare il “Democracy Index” e, con mia enorme sorpresa (spero che non sfugga l’ironia), ho potuto constatare che la gente scappa dalle nazioni governate da regimi autoritari. Non mi risultano, probabilmente per mia ignoranza, dei flussi migratori da democrazie complete o anche solo imperfette, verso paesi occidentali (il Messico è considerato un “Regime ibrido”) e, tanto meno, da paesi occidentali verso regimi autoritari. Allora, che i colpevoli siano da identificare con i governi di quei paesi?

E ancora, quand’è che ci convinceremo che non possiamo farci carico di tutti i peccati del mondo, ma che l’unica speranza per il mondo è quella di salvaguardare, valorizzare ed essere orgogliosi dei nostri principi liberal-democratici? Vogliamo risvegliarci da questo delirio di onnipotenza (che si manifesta, ovviamente, sempre quando serve ad autoflagellarci e colpevolizzarci), secondo il quale noi, e solo noi, abbiamo la responsabilità di redimere il mondo, salvare tutti, portare la pace ovunque, salvo poi sputarci addosso, perché abbiamo osato fermare la mano degli sgozzatori afgani o abbiamo abbattuto un regime dittatoriale, imperialista e sanguinario in Iraq (sì, abbiamo fatto degli sbagli, di cui ci siamo fatti carico, ma Saddam Hussein non era proprio uno stinco di santo).

Possiamo sì rappresentare un faro di civiltà e un esempio per il mondo (ed è quello che teme Putin), ma dobbiamo continuare a credere nei nostri valori, fino in fondo e senza ipocrisie pelose, e soprattutto non dobbiamo abbandonarci al delirio di onnipotenza. Per quanto grande sia la nostra civiltà, per quanto siano fondamentali i nostri valori liberal-democratici per la crescita e l’emancipazione dell’uomo, non possiamo salvare il mondo, non ci è concesso, non è nelle nostre disponibilità. Facciamocene una ragione per il bene nostro e di tutta l’umanità.

CL
P.S.: purtroppo non posso firmarmi per esteso perché i miei temono sgradevoli ripercussioni a causa del mio scritto non politically correct. Democrazia sì, ma imperfetta!

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