La posta dei lettori

Caro Porro, i prof pensano troppo alle vacanze

La posta dei lettori

Riportiamo di seguito la lettera inviataci da un ex insegnante che ci rivela qualche retroscena su alcuni comportamenti dei suoi colleghi che si traduce in una difficile gestione di ripartenza dell’anno scolastico.

Gent.mo Porro,

ho ascoltato la rettifica sulla richiesta di esonero degli insegnanti e sono molto perplesso. Ho lavorato per 3 anni nella scuola pubblica (insegnante di materie tecniche e scientifiche nelle scuole superiori) e in seguito anche nel mondo delle parificate e le posso assicurare che al 29 di agosto il 99% degli insegnanti non mette piede a scuola da almeno 2 mesi e vive in una bolla convinti che tutto il mondo sia in vacanza e di meritare un lunghissimo riposo. Impossibile presentare una richiesta di esonero dalle spiagge.

La richiesta di esonero arriverà, oppure arriveranno certificati medici e psicologici. Ricordo con rabbia le riunioni del collegio docenti di inizio anno, convocate 2 giorni prima dell’inizio della scuola in cui l’unico tema era la lotta per avere il venerdì o il lunedì come giorno libero. Ricordo i registri compilati senza aver svolto i programmi, ricordo la collega di Fisica che per 3 anni faceva leggere e rileggere le vite degli scienziati senza svolgere il programma, oppure le strategie per prendere servizio (e fare punteggio) mettendosi in “malattia” dopo 15 giorni. La cosa più assurda è che io stesso in tre anni sono stato coinvolto e corrotto da un modo di ragionare completamente alienante rispetto alle reali esigenze di produttività e agli obiettivi formativi, mi sono trovato avvolto in modo inconsapevole da un mondo autoreferenziale, lamentoso, che si muove con ritmi bassissimi e sempre alla ricerca di scuse per abbassare il livello dello “sforzo”, forte della consapevolezza di non dover mai rispondere dei risultati formativi, ma solo di atti formali.

Ho rinunciato a un posto pubblico per conservare la mia stessa dignità (ora lavoro in Partita Iva… una follia come può immaginare) ma a distanza di 10 anni, da genitore, mi sono ritrovato in quel mondo da “utente” e con dispiacere sto constatando che i miei figli non stanno imparando nulla: 4 maestre per classe, abbinamenti scelti solo sulla base della loro comodità di orario, trucchi per obbligare i ragazzi a seguire orari gonfiati (sequestrando i ragazzi a scuola per occupare più cattedre possibili) ma senza apprendere nulla, maestre e professori talvolta demotivati talvolta al limite dell’analfabetismo funzionale. Apprezzo la sua rettifica, tecnicamente corretta, ma mi sono permesso di descriverle quello che ho sperimentato dall’interno del sistema scuola, prima come insegnante e poi come genitore.

Distinti saluti.

Lettera firmata

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