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Caro Porro, mi tolgono il diritto di insegnare - Seconda parte

Non mi avete fatto niente perché, da quando mi avete tolto il diritto/dovere di insegnare, posso dedicarmi a preparare la legna per l’inverno e a curare le piante in giardino, e voi non potete nemmeno immaginare quanto utile e catartica sia ogni attività manuale. Lo so… mi invidiate anche per questo.

Non mi avete fatto niente perché potrò impastare il pane o preparare delle conserve, togliendo denaro alle vostre amate multinazionali. Non mi avete fatto niente perché potrò leggere e rileggere tutto quello che mi pare, dai romanzi d’appendice ai trattati storici, dalle pubblicazioni scientifiche ai testi spirituali, e so che questa cosa vi dà particolarmente fastidio, perché la cultura la odiate con una forza particolare. Invece, nel tentativo di ammazzare la cultura, almeno in questo caso la nutrirete. Non mi avete fatto niente perché mi avete offerto il tempo per riprendere ad allenarmi, con grande giovamento del mio sistema immunitario, in barba alle vostre aspettative. Magari, non potendomi più permettere le sigarette, smetterò persino di fumare, pensate un po’! E so bene quanto questo vi dispiaccia…

Non mi avete fatto niente perché posso finalmente fare delle belle passeggiate nei boschi. Sì, avete capito bene, proprio in mezzo a quella stessa natura che la vostra “transizione ecologica” vuole stravolgere. E state pur tranquilli che, nella vostra ridicola onnipotenza, potrete annientare me, potrete annientare l’intera umanità, ma la natura vi presenterà il conto, molto prima di quanto pensiate…

Non mi avete fatto niente perché mi eviterete di finire in qualche centro commerciale (luoghi che, ad onor del vero, ho sempre frequentato pochissimo) e di rincoglionirmi la sera davanti alla vostra TV, uno strumento che in altri tempi poteva servirmi a non pensare, dopo aver esercitato il mio intelletto per l’intera giornata, ma che ora si è trasformata in un semplice soprammobile, avendo io la mente più sgombra e riposata da tutto ed avendo voi raddoppiato la mia necessità di pensare.

Non mi avete fatto niente perché, avendomi grandemente limitato la possibilità di uscire di casa ed i miei bisogni, avete ridotto immensamente il mio impulso allo shopping compulsivo (in verità già molto carente) ed alla frequentazione di luoghi inutili. E c’è di più: benché siate maestri della menzogna e della manipolazione, non potrete nemmeno accusarmi di essere tra gli untori della vostra prossima pandemia, rendendo evidente la vostra responsabilità nel non averla saputa gestire o nell’averla gestita troppo bene…

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