La posta dei lettori

Gli scontri di Torino

Caro Porro, noi ‘celerini’ siamo stufi: ci fanno torturare dagli studentelli

Scontri Torino polizia

Caro Porro,

ordine Pubblico è “legge e regole” ed in questo Paese non sembrano esservi più regole perché in questo momento chi deve dettarle, prendere decisioni e dare ordini non lo fa. Pretendiamo di sapere il motivo per cui quel funzionario a Torino (durante gli ultimi scontri, ndr) non indossava il casco nel momento degli scontri e perché non ha ordinato di sgomberare l’area di protezione attorno ai poliziotti. In quel frangente spetta a lui la gestione della piazza ed anche la tutela degli uomini in divisa, per questo chiediamo al governo di comprendere ufficialmente quale siano le direttive che arrivano ai Questori riguardo l’Ordine Pubblico. Alla Polizia il compito di rappresentare lo Stato; allora dobbiamo immaginare che lo Stato oggi se la faccia sotto di fronte a pseudo-studentelli capaci di malmenare poliziotti, di colpirli a calci alle spalle sapendo sin da subito di farla franca? Poi ci lamentiamo che gli studenti utilizzano violenza e minacce contro i professori nelle aule di scuola.

Purtroppo, oggi, chi rappresenta lo Stato deve stare attento a “non sbagliare” o, meglio, a far finta di niente, fare la parte dello scemo, fingere di farsi andare bene tutto perché poi ti trovi lo studentello che mentre ti prende a calci ti riprende col cellulare e ti urla “che fai? Ti sto filmando! Che fai, meni ai ragazzini?” (fatti di Torino). Ed è normale che un ragazzino vada in strada a torturare i poliziotti? Si, torturare! Da oggi parlerò di tortura perché quello è. Non è resistenza, non è violenza, è tortura! Perché, quando sai che il tizio davanti a te non può difendersi altrimenti lo crocifiggono come fosse un boia allora è tortura mentre tu ragazzino ti diverti e ti sfoghi. Per questo 5 anni fa presentammo, proprio tramite il Gruppo che oggi è al Governo ed all’epoca all’opposizione, una proposta di Disegno di Legge in cui prevedevamo il c.d. “reato di tortura a parti inverse”, visto che per lo Stato Italiano a tutti gli effetti di Legge i torturatori siamo noi Poliziotti (art. 613 bis Codice Penale, fattispecie introdotta dalla Legge 14 luglio 2017, n. 110); e di torture ne subiamo quotidianamente al punto che siamo stufi. In un Paese democratico torturare i poliziotti che lo difendono, e che per lo Stato stesso si trasformano in torturatori solo per fare il loro lavoro, è anticostituzionale! Nessuno se ne è accorto, ma qui c’è da riscrivere la Costituzione perché la difesa legittima di noi poliziotti si trasforma in tortura e chi ci manda all’ospedale si trasforma in eroe. Dove sono assicurati i parametri costituzionali se chi deve difendere Stato e popolo è a tutti gli effetti un kamikaze e deve soccombere per forza?

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Ma noi siamo pur sempre lavoratori (non ne parla mai nessuno) ed i lavoratori vanno difesi e tutelati, del resto è la Costituzione a ricordarcelo nel suo articolo 1. Il nostro Comparto lo sa, ma il nostro Sindacato ITALIA CELERE non ha mai fatto un passo indietro su certi temi. Ebbene, perché i Questori che gestiscono l’Ordine Pubblico non prendono decisioni anche per difendere il personale in divisa impiegato? Ci sono direttive per cui sia ammesso bersagliare i poliziotti? I funzionari per strada devono assumersi la responsabilità civile diretta anche degli uomini impiegati alle loro dipendenze altrimenti sarebbe troppo facile utilizzarci come meglio credono tanto non succede mai nulla, tanto siamo noi a finire o in ospedale o in tribunale.

Troppo spesso assistiamo a scene in cui i manifestanti violenti arrivano a contato coi poliziotti, ma sappiamo bene che se si attacca chi sta facendo il suo onesto lavoro di prevenzione a tutela dell’ordine pubblico, oltretutto con “armi” passive come lo scudo ed il casco, costui deve difendersi, oltre che far rispettare la legge, altrimenti è inutile metterci lì a presidiare strade ed obiettivi sensibili; ci chiediamo perché vengono fatti arrivare così a ridosso dei cordoni dei Reparti Mobili! A tutti gli effetti di Legge, i responsabili dell’Ordine Pubblico sono i Questori che demandano poi ad altri dirigenti in strada la responsabilità operativa. Continuamente arrivano ordinativi del tipo “fermi, fermi”, “indietreggiate” ed ancora “resistete”…. nel frattempo i violenti ci accerchiano ed a volte, come accaduto a Torino, ce li ritroviamo alle spalle! Questo fa saltare gli schemi e vanifica tutti gli addestramenti di reparto fatti nella Scuola di OP di Nettuno voluta dal compianto Capo della Polizia Antonio Manganelli ma soprattutto mette a duplice rischio l’operatore di polizia dei Reparti Mobili, il tanto odiato “celerino”: anzitutto il rischio per la propria incolumità perché l’avventore potrebbe essere anche armato e poi il rischio per la sua operatività al punto che la sua più che legittima difesa, da operare con l’utilizzo dello scudo e dello sfollagente come da protocollo, si tramuta immancabilmente in atto di violenza ed abuso per i più, per i media assatanati di scoop, per la magistratura con atti dovuti, per parte della politica sempre pronta a cavalcare l’onda per arroccarsi sempre più a quello scranno parlamentare.

Nel nostro Ordinamento c’è una Legge che è più violata del nostro Codice Penale e si tratta del T.U.L.P.S. che obbliga il dirigente del servizio di Ordine Pubblico a sciogliere la manifestazione ove al suo interno vi siano manifestanti travisati o, ancor peggio, armati. La norma non è stata abrogata, è ancora in vigore e di fatto è puntualmente disattesa. E poi dobbiamo sentire organizzazioni umanitarie che vogliono mettere i numeri identificativi sui caschi dei poliziotti!? Per noi non c’è alcun problema, non dobbiamo nascondere alcunché ma finché non si tornerà ad applicare una legge dello Stato allora non vogliamo sentir parlare di numeri come fossimo matricole o codici a barre!

La non applicazione del TULPS comporta conseguentemente lo scarico di responsabilità sugli operatori che così, in un batter d’occhio, passano da Uomini dello Stato a liberi professionisti al punto da uscire dal campo di applicazione dell’art. 51 Codice Penale che esime dalla punibilità chi deve adempiere un dovere imposto da una norma o da un ordine dell’Autorità. Ma allora, dico io, come mai è possibile scaricare la responsabilità sul singolo operatore che spesso si vede costretto nell’immediatezza dei fatti a prendere decisioni e responsabilità che non si addicono né al ruolo né alla funzione del singolo!?

E certo che la politica deve farne grave ammenda, ci chiede e ci obbliga a difenderla ma dovremmo farlo con la forza del pensiero o con la bacchetta magica forse. Tutto ciò non è lontano da un mondo pieno di contraddizioni pericolose che hanno trasformato il giusto nello sbagliato. Ed usare gli uomini come scudo umano scaricandogli addosso tutte le incapacità della politica è grave perché rischia di invertire l’ordine democratico che dovrebbe reggersi su leggi e regolamenti ed invece oggi si sta reggendo sull’opinione di pochi che scelgono la via più facile della comodità e dell’opportunismo politico.

Noi di Italia Celere non ci stiamo a veder trattati in questo modo onesti lavoratori ed attendiamo risposte certe e determinate dal governo che tanto ci aveva promesso in campagna elettorale; purtroppo il nostro ordinamento non prevede il diritto di sciopero per le Forze dell’Ordine, ma nulla vieta di manifestare il nostro dissenso nelle forme previste dalla legge, non ci stiamo a subire tutte queste strumentalizzazioni e tutti questi attacchi spregiudicati alla nostra categoria di onesti e sottopagati lavoratori!

Non ultima la paga: gli operatori dei Reparti Mobili viaggiano in tutta Italia pagati con indennità ridicole, stanno fuori casa per giorni e settimane e poi gli straordinari eccedenti, con un valore inferiore ad un’ora di servizio ordinario, vengono pagati anche dopo mesi e mesi se non un anno! E durante tutte queste ore di servizio straordinario che gli saranno pagate con due spicci e con ritardi siderali, loro prendono decisioni per la vita propria ed altrui e rischiano ogni volta o l’ospedale con qualche frattura o un avviso di garanzia con tanti soldi di avvocati da spendere…. quei soldi che chissà quando gli arriveranno! C’è qualcosa di grosso che non va, vero!?! Ma possibile che nessuno se ne sia accorto finora? Possibile?

Andrea Cecchini – Segr.Gen.Naz. ITALIA CELERE

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