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Caro Porro, porca paletta: sono una donna, ma questo non mi piace

Caro Porro,

sono una donna, ma questo non mi piace.

Siamo chiamati a votare a breve: pur avendo le idee chiare, se non altro sulle scelte politiche, mi è capitato di accedere, forse per evitare cavilli o sorprese nei pressi dell’urna, al sito ufficiale di Regione Lombardia, ove sono chiarite le modalità a cui il cittadino deve sottostare, per una corretta compilazione della scheda elettorale. E oibò!, rileggo due volte per sicurezza, ma è scritto: “L’elettore può esprimere una o due preferenze per i candidati della lista prescelta… Se si esprimono due preferenze queste devono essere di genere diverso ovvero un uomo e una donna, in caso contrario la seconda preferenza sarà annullata.”

Porca paletta, anche nell’urna! Allora, delle due l’una: se le mie preferenze si rivolgono a due uomini, uno me lo cancellano, idem per due donne. E se poi il mio candidato preferito è genderfluid dove lo colloco? E il merito, che ho sempre creduto esente da classificazione sessuale, tanto decantato dal nostro “giovanissimo” governo di centrodestra dove è finito?

Questo politically correct, questa par condicio sono ormai diventati melassa appiccicosa, non solo della sinistra ma di tutto il mondo politico e no. Gradirei restarne esente, ma mi sembra difficile. Allora nell’urna, per non fare torto a nessuno, non darò preferenze. Ti pare giusto?

Cristina De Fazio
Una donna, un commensale (così non si annulla)

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