Caro Porro, prima i lockdown e ora Putin: è in gioco la libertà

All’Occidente servono leader, non follower. E deve smetterla di sentirsi in colpa…

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Caro Nicola,

inutile sviare: pandemia e guerra sono minacce dell’Est alla coesione dell’Ovest, che non si può fidare. La prima ci ha indebolito, la seconda rappresenta l’attacco di regimi autoritari alle democrazie liberali, per citare Dugin. Incredibile che qualcuno di noi subisca la fascinazione dei regimi: in pandemia, la maggioranza degli italiani, terrorizzata da un’informazione isterica, accettò la chiusura della Nazione senza nemmeno uno straccio di dibattito parlamentare. Ora, paradosso, gli stessi che protestavano contro il green pass autoritario italiano, difendono l’autoritarietà di Putin. Intanto, la Cina canaglia che ha sparso il Covid non paga dazio, anzi ha un vantaggio competitivo sulle economie occidentali che ha indebolito, e vuole il primato mondiale colmando il gap sulle tecnologie prodotte a Taiwan, e l’Occidente soffre di timidezza relativista. Quando invece dovrebbe scegliersi un ruolo per domani, altrimenti occhio alla sua stessa tenuta culturale e sociale. Agli Stati Uniti d’America, democrazia-faro cui dobbiamo la nostra libertà, va chiesto di abbandonare le sciocchezze politicamente corrette sul gender (mentre Putin invadeva l’Ucraina, Biden twittava sulla parità salariale di uomini e donne nel calcio Usa): tornino leader attivi del mondo libero. L’Europa, finora gigante solo regolatorio, miope e inadeguato, faccia scelte da Stati Uniti d’Europa: difesa e esteri comuni, altro che insostenibili capricci green.

Serve un altro Stato

Chi si candida a governare l’Italia non segua solo il sentiment social e dica se si schiera con l’Occidente senza se e ma (dagli alleati vorrei parole pubbliche e chiare), e se davvero è meglio comprare che produrre elementi essenziali per il nostro futuro economico. Davvero si può dipendere da regimi autoritari inaffidabili che infettano e indeboliscono le nostre democrazie? Io credo di no. Ma bisogna cambiare regole e mentalità. Per battere i sistemi autoritari, efficienti perché tutto possono sulla pelle di cittadini sudditi senza diritti, dobbiamo opporre uno Stato più leggero ma efficiente, con invadenza e costi molto minori, e massima libertà economica ai nostri cittadini. Esaltare il nostro occidentalismo, insomma.

Se gli italiani soffocano di tasse, e non vedono efficienza, si domandano se non sia meglio una forma di Stato alternativa. Servono dunque una rivoluzione fiscale, un taglio della spesa pubblica e burocrazia zero; un piano energia (perché parte del centrodestra è timido sul nucleare pulito e sicuro, di cui oggi abbiamo solo eventuali costi ma nessun beneficio?), uno per la produzione di semiconduttori, chip e batterie elettriche (prossima frontiera delle mire militari cinesi su Taiwan), e nuovo Pnrr europeo per energia e  produzioni cruciali, sospensione e riforma del Patto di Stabilità, e rilancio dei trattati di libero scambio con l’America.

Occidente, basta scusarsi

Dove va l’Ue senza un bilancio comune forte, nessuna autonomia su energia e tecnologia, e nemmeno una forza militare e diplomatica comune?

Ma contro i regimi, serve più libertà possibile, e la scelta del progresso, anziché pagare caro quello altrui, come capita ora con le bollette (abbiamo tantissimo gas che estrarre costerebbe un decimo di quanto paghiamo quello russo e produrrebbe posti di lavoro). Io non voglio finire cameriere dei cinesi, ma osservo una debolezza di pensiero preoccupante: parecchi a scusarsi della superiorità occidentale che dovrebbe essere vanto, e che è inseguita da chi in Occidente ci vuole entrare, e un antiamericanismo di risulta che unisce retrogradi di estrema destra e sinistra. Putin non è costretto alla guerra da Nato e Usa; come Nicola I e Stalin prima di lui, teme la seduttività delle democrazie e degli stili di vita liberali di cui noi sembriamo vergognarci, e cui gli ucraini non vogliono rinunciare, perché se hai amato anche un solo giorno della tua vita la libertà, la amerai per sempre.

Ricordiamocelo, noi occidentali; e qui in Italia, noi di centrodestra combattiamo la mentalità autoritaria proposta in pandemia da sinistra e Cinquestelle, che volevano lucrare consenso su un popolo terrorizzato (anziché trattato da adulto e invitato alla prudenza sul Covid) per allargare il perimetro dello Stato dirigista sul cittadino, immaginato suddito indisciplinato anziché socio libero, come dovremmo fare noi.

Restringiamo l’invadenza dello Stato e pensiamo la collettività come somma di individualità. Lo slogan di un centrodestra moderno sia “scegliamo la modernità, facciamo i soldi”, liberando il talento tricolore dai lacci stupidi di uno statalismo che costa troppo, fa troppe cose e tutte male, indebolendo così l’autorevolezza dello Stato. Tagliamo spesa pubblica e tasse per avviare produzioni industriali oggi impossibili, ma domani necessarie; dichiariamo guerra alle cazzate grilline sulla decrescita: le spese di difesa servono eccome; idem trivelle, centrali nucleari, gasdotti e rigassificatori. Ma basta autorizzazioni burocratiche lunghe anni per autorizzare porti e impianti a migliorare o nascere.

Via i bonus

Ai regimi autoritari non si risponde col reddito di cittadinanza, ma con minor costo del lavoro, cioè migliori stipendi e opportunità per chi oggi non ne ha. Allora, via alla riforma di scuola e Università che permetta ai ragazzi di lavorare prima. Altrimenti, con milioni di vecchi in più e meno giovani al lavoro, nei prossimi anni è impensabile andare prima in pensione. Diciamolo. Poi via tutti i bonus inutili e costosi, i sussidi restino col nome che si vuole, ma solo a chi non può lavorare (e chi non vuole, che muoia di fame); se consentiamo a chi nasce povero di smettere di esserlo tramite il lavoro, a chi ha perso nella crisi di riprendersi ciò che è suo, a chi va bene di andare meglio, avremo più tenuta economica e sociale nazionale: saremo meno prede. Perché le grandi Nazioni si reggono su eccellenze, certo, ma anche su una grande medietà che in Italia fatica a sopravvivere.

E basta sentirci in colpa: abbiamo difetti, ma ne discutiamo; in Russia se dici “siamo in guerra” ti becchi 15 anni di galera, in Cina manco puoi votare o aprire bocca. Siamo meglio noi, e nessuno si azzardi a minacciarci, ma il mondo è cambiato e non basta scapricciare: ‘Viva Greta, no al nucleare, no alle trivelle, ai rigassificatori e al Tap’, ‘né con la Nato né con la Russia’. Perché poi arriva il conto e tutti a lamentarsi.

Se questa è davvero la battaglia dei regimi contro le democrazie, è ora di abbandonare le frivolezze. Se si perde, addio libertà.

Andrea Ruggieri, 29 marzo 2022

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