Carola e Greta, forse Putin ci ha fatto un favore

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I liberali ritengono che sia molto difficile pianificare dall’alto i comportamenti degli individui: non credono al decisore illuminato. E quando Stati e governi si fanno vincere da questa ambizione, falliscono clamorosamente. È un corollario della cosiddetta «eterogenesi dei fini»: quella istituzione prova a fare A e ottiene il suo opposto B. Il presidente russo ha appena sostenuto che l’Europa e l’Occidente sono in declino e lui si sarebbe incaricato di dare il colpo finale. In un incredibile paradosso, liberale appunto, Putin potrebbe avere ragione sul nostro stato di salute, ma al contempo il suo comportamento potrebbe salvarci.

E non per la balla, costruita a mezzo stampa, per la quale l’Europa oggi sarebbe finalmente unita. Essa non lo è affatto, come è chiaro riguardo agli alti e bassi sulle sanzioni. E se anche lo fosse non si capisce per quale motivo ciò rappresenterebbe, di per sé, il salvataggio dell’Occidente.

No, Putin ci salva perché sta distruggendo due miti corrosivi dell’Occidente in generale, e dell’Italia in particolare. Putin sta «uccidendo» – oltre agli ucraini – anche due icone del nostro conformismo: Greta e Carola. La climatista al cospetto della quale si è inginocchiato l’Occidente e la Capitana che decide la politica dell’immigrazione in Italia e in Europa, secondo le leggi della sua Ong.

Carola

Partiamo dalla seconda. Il caso ucraino ha dimostrato chiaramente come l’Europa, anche quella descritta come dura e chiusurista come la conservatrice Polonia, non sia affatto ostile all’immigrazione: abbiamo accolto milioni di ucraini senza fare una protesta. Milioni di donne e bambini: i loro uomini sono invece rimasti in patria a combattere. Non esattamente lo spettacolo a cui assistiamo sulle barche delle varie Carola che si affollano nel Mediterraneo. Chi scappa da una guerra è accolto, senza proteste.

Greta

Ma anche Greta è stata rimessa nel cassetto della Storia. L’Occidente si sta rendendo conto di quanto noi si dipenda dall’energia a basso costo. Carbone, nucleare, trivelle e ovviamente rinnovabili, devono tutte concorrere per produrre l’energia che ci ha resi prosperi. Più si aggrava la situazione della guerra e più l’Europa si accorge di come sia necessaria la cosiddetta «neutralità tecnologica»: tutte le fonti sono buone per mandare avanti il nostro modello di sviluppo.

Nessuno si augura che la guerra duri a lungo ovviamente. Ma più durerà e più ci renderemo conto di quanto l’ideologia climatista e quella immigrazionista, siano appunto ideologie: marxismi del nuovo millennio.

Ps: ovviamente Greta e Carola non sono state sconfitte per sempre e dal caso motori endotermici alle resistenze sulle trivelle nell’alto Adriatico, in molti si affannano a dare ragione a Putin, alimentando il nostro declino.

Nicola Porro, Il Giornale 20 giugno 2022

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