Politica

Caso Marzabotto: il primo Comune “rovinato” dal Pnrr

Il Comune rischia il dissesto. Il sindaco: “Non possiamo più pagare gli stati di avanzamento dei lavori alle imprese e dobbiamo sospenderli”

Pnrr

Marzabotto sta vivendo una situazione paradossale, che accende i riflettori sulle zone d’ombra del Pnrr. Il Comune del bolognese rischia infatti di andare a gambe all’aria per colpa dell’ambizioso piano di finanziamenti. Il Viminale ha chiesto tramite la Prefettura tutti i dati sui conti per valutare l’avvio del pre-dissesto. Ma qui interviene l’elemento surreale: il ministero dell’Interno conosce bene la situazione perché è lui a non pagare le somme anticipate dal Comune per gli investimenti ex Pnrr. Parliamo di 3 milioni di euro, una cifra esorbitante per una realtà di 7 mila abitanti.

Come evidenziato dal Sole 24 Ore, Marzabotto ha rispettato tutte le scadenze fissate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per i suoi interventi. Ma la piattaforma Regis – il cervellone telematico del Tesoro che monitora il dossier – non ha ricevuto dal Viminale gli assegni chiamati a compensare i versamenti anticipati, chiesti fin dallo scorso autunno. E il sindaco Valentina Cuppi ha lanciato l’allarme: restano poco meno di 250 euro nelle casse, è impossibile pagare gli stati di avanzamento lavori alle imprese. Una tegola, perché comporta la perdita di milestones, target, cronoprogrammi e tutto ciò che ne consegue.

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A fare chiarezza ci ha pensato il sindaco Cuppi ai microfoni di Repubblica: “Abbiamo ottenuto i fondi del Pnrr per un intervento da 9,5 milioni e rotti di euro per fare dell’ex cartiera Burgo uno spazio per la comunità, con una biblioteca, un bar con terrazza, un luogo di residenza per gli artisti e una velostazione per accogliere chi arriva dalla Ciclovia del sole”. Dal ministero dell’Interno è arrivato appunto solo il 10 per cento iniziale. Successivamente sono partiti i lavori, “realizzati fino al 30% entro la fine di settembre, pagando le imprese esecutrici come previsto dalle norme e rispettando sempre la tempistica. A novembre abbiamo rendicontato tutte le spese, caricando tutto sulla piattaforma Regis, come dovuto. A marzo non avendo ancora ricevuto nulla abbiamo scritto noi al Ministero per chiedere delucidazioni e sollecitare il pagamento“.

Il Viminale ha dunque chiesto l’invio di dati per valutare il pre-dissesto, sottolineando che i conti di Marzabotto non tornano.  “Spero che qualcuno si accorga dell’errore e risponda, che ci vengano dati i finanziamenti a cui abbiamo diritto in tempi rapidi così da non dover fermare il cantiere. Che è un danno economico“, l’analisi della Cuppi. Seguiranno aggiornamenti.

Massimo Balsamo, 29 marzo 2024

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