Cultura, tv e spettacoli

Che palle le star che si vergognano di essere gnocche

Scarlett Johansson si lagna: “Sono stata iper-sessualizzata”. Che noia mortale

scarlett joahnsson

Oddio, ancora con la donna oggetto. Oh mamma, ho perso le palle, mi son cascate in terra, son rotolate e non le trovo più: o santi numi, Scarlett Johansson che al podcast di Dax Shepard scioglie il lamento della divadihollywood non apprezzata per le sue qualità ma solo per la sua faccetta da bisquit. “Ah, a lungo sono stata iper-sessualizzata, non potevo fare quello che davvero volevo”. Iper che? Cioè ti proponevano parti da gran gnocca? O sei tu che ci stai spiegando che eri (sei, sei ancora, sta’ bbona) talmente gnocca che la gente non vedeva altro?

Falla finita, Scarlett: sei l’attrice più pagata al mondo, a neanche 40 anni hai già fatto duecento film, musica, teatro, e vieni a sbomballarcele perché non eri colta nella tua giusta dimensione? Questi supermegavip hanno davvero la faccia non di bisquit ma di culo: non gli basta mai, non gli basta mai, per quanto il mondo intero si prostri ai loro piedini, a loro sembra sempre poco. Ma sentitela: “Sono stata considerata un oggetto e imprigionata in una determinata immagine. Mi sentivo come se non stessi ricevendo offerte di lavoro coerenti con ciò che volevo davvero fare”.

Johansson, se non si offende, sarà una megafaiga, ma è pure tanto, tanto noiosa; del resto, il suo curriculum esistenziale parla per lei: tipica actress con maniero ma de sinistra, “impegnata sui temi lgbt”, come un’Ambra Angiolini qualsiasi, buoni sentimenti e ottimi ingaggi, spasmodica attenzione a non offendere mai nessuno ma, soprattutto, a promuoversi. Facendo il vittimone. Già volto arcinoto di Oxfam, la ONG inglese che ogni primo dell’anno che Cristo manda in terra ripropone il suo celeberrimo “rapporto” sui ricchi troppo ricchi e i poveri sempre più poveri.

Senonché Oxfam ogni tanto casca pure in qualche scandalo sessuale: i ricchi più ricchi, tra i quali loro medesimi, sfruttano le misere al di sotto della miseria. Come ad Haiti, dove “chi doveva soccorrere partecipava ad orge”: nessun filosofo reazionario: cito Repubblica, giornale amico, dell’11 febbraio 2018. La memoria collettiva, si sa, è labile e così finisce a sputacchi la partnership con Scarlett, rea di aver fatto da testimonial a Sodastream, società di gassatori per bibite israeliana nonché esempio di colleganza armoniosa tra lavoratori israeliani e palestinesi. Niente da fare, Oxfam ha stigmatizzato la diva, che li ha mandati a cagare.

Che barba che noia. Tanto Scarlett di ONG con cui rifarsi l’immagine ne ha fin che vuole. L’expertise prevede, ovviamente, il sostegno fanatico, ai tempi, per il Dem Barack Obama, per il quale arrivò a cantare nel video propagandista di “Yes we can”. Come una Fiorella Mannoia qualunque. Madò che palle.

Bella, è bella, eh. Solo che già andarci a cena dev’essere una impresa da supereroi, un macigno che ci vuole Hulk a spostarlo; mentre sei lì che delibi un menu politicamente corretto, di veganismo integrale, preoccupandoti di dove va il Pd (quello made in Italy), potrebbe capitarti di sentire passaggi come il seguente (sempre tratto dal podcast di Shepard): “Penso che tutti mi abbiano ritenuta più grande di quanto fossi in realtà e questa cosa è andata avanti per molto tempo. Sono stata iper sessualizzata ed ero convinta la mia carriera non potesse andare oltre. La cosa in qualche modo ha smesso di essere qualcosa di desiderabile ed è diventata qualcosa contro la quale stavo combattendo”. Cameriere, può portarmi una cisterna di Alka Selzer? Scusa, Scarlett, intanto che arriva vado un attimo in bagno.

Se Johansson non si sente ancora apprezzata, se sogna nuovi ruoli, se aspira ad impersonare Marie Curie, Maria Montessori e Maria Goretti, può fare una bella cosa: si faccia i film da sé, visto che è pure produttrice (o preferisce produttora?): e non ci passeggi sullo scroto coi tacchi a spillo smiagolando cialtronerie del genere “[oggi] È tutto molto diverso, i miei colleghi e le mie colleghe possono fare tante cose diverse. È l’alba di una nuova era, oggi fortunatamente non è più permesso classificare gli attori come si faceva prima. Il progresso e il cambiamento sono molto importanti”.

Non vuol dire un emerito cazzo, senonché, se ci andate a cena, all’alba di una nuova era vi conviene scappare con una scusa: perché subito dopo arriva il pippone sul mondo che ribolle, non c’è più tempo, Greta, la transizione green, il sole che scopa, la sessualità non binaria ma da scalo ferroviario, così nessuno si sentirà più iper-sessualizzato, a Hollywood o a Torpignattara. Mamma che peso, mi si incricca la mascella a forza di sbadigliare. Più bella che divertente, Scarlett.

Max Del Papa, 12 ottobre 2022