Popolo, territorio e sovranità, i tre elementi costitutivi dello Stato, senza difesa restano teoria. Nessuno Stato sopravvive senza qualcuno che lo protegga.
Ogni organizzazione politica nasce storicamente da un semplice patto tra uomini e Stato: sottomissione in cambio di protezione. Quel patto, in forme diverse, regge ancora oggi e chi non è in grado di difendere il proprio territorio e di far rispettare la propria sovranità è destinato a soccombere o a subire le condizioni di chi lo difende.
L’Unione Europea può essere criticata per mille motivi, ma non per aver preso finalmente coscienza della necessità di armarsi. Chi crede che si possa essere attori geopolitici disarmati vive in una fiaba e il mondo non è un luogo per fiabe.
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Però un confine va tracciato con chiarezza: la difesa europea deve essere tale in senso letterale, non uno strumento offensivo col pretesto di esportare valori. L’epoca dell’imperialismo è finita, ma deve finire anche la sua reincarnazione mascherata: il neoimperialismo umanitario che ci ha portati in Afghanistan, Iraq e Libia, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti tranne di chi ancora imputa il terrorismo internazionale alle guerre di religione (che, forse, non sono mai esistite).
L’Europa deve armarsi per farsi rispettare, non per trasformare il resto del mondo a propria immagine. Quello, lasciamolo a chi non ha ancora imparato nulla dalla storia.
Giorgio Carta, 8 aprile 2025
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