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Cofferati choc: “Pensionati no vax? Togliamogli assistenza”

La soluzione di Cofferati per convincere i no vax: sanzioni sul reddito ai lavoratori e meno assistenze ai pensionati

La guerra a lavoratori e pensionati non vaccinati secondo Sergio Cofferati. A sentirlo ora si fatica a pensare che sia stato segretario generale della Cgil, cioè quel sindacato che pensionati e lavoratori dice (o diceva) di difenderli contro tutto e tutti. Ospite qualche giorno fa a Tagadà, su La7, l’esponente non eletto di Sinistra Italiana ha proposto la sua illuminante idea per convincere anziani e operai no vax a fornire il braccio per la punturina del generale Figliuolo. In sintesi: più tasse e meno assistenza.

Il ragionamento parte dal super green pass, deciso dal governo e operativo dal prossimo 6 dicembre. Per Cofferati il lasciapassare è “utile” ma non risolutivo: quello che servirebbe, dice, è “la vaccinazione obbligatoria”. Ok, “vaccino per tutti” e “soluzione drastica”. Resta però un problema: se uno non si vuole vaccinare in nessun caso, quale sanzione applichiamo? “Se si fa la legge con l’obbligo – spiega l’ex segretario Cgil – poi ci sono le conseguenze per il mancato rispetto della legge”. E “nel caso specifico del lavoro dipendente o autonomi si può fare un’azione sul reddito”. Tradotto: sospensione dal lavoro (non il licenziamento) per i subordinati e più tasse per il non vaccinato autonomo, che già non può andare al bar, al ristorante, a teatro, al cinema, allo stadio e ora, nella testa di Cofferati, dovrebbe pure pagare pegno in termini di Fisco per la sua legittima scelta di non sottoporsi a vaccinazione.

Peggio mi sento per i pensionati. Per gli anziani che non vogliono vaccinarsi, la soluzione per “convincerli” ad accettare Pfizer o Moderna è attuare “penalizzazioni di altra natura”. Quali? “Bisogna agire sulle protezioni sociali che ha: gli devi spiegare che se non si vaccina mette a repentaglio non solo la sua salute, ma quella di chi gli vive interno. Forse qualche assistenza della quale oggi gode viene messa in discussione”.

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