Conte e Speranza usano Cotticelli per coprire le loro colpe

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Il licenziamento via nota ufficiale di Palazzo Chigi di Saverio Cotticelli, il commissario governativo alla dissestata sanità della Regione Calabria, è stata troppo rapida per non destare qualche sospetto. È vero che l’intervista appena mandata in onda, l’altra sera, dal programma Titolo V di Rai3 era stata a dir poco imbarazzante, ma dopotutto l’ex generale dei carabinieri era stato da Conte stesso nominato a quel posto due anni fa ed era stato sempre dal presidente del Consiglio appena confermato per altri due anni.

Che si volessero coprire responsabilità maggiori, e collocabili ad un livello più alto, facendo di Cotticelli il capro espiatorio, non era da scartare. Ed infatti ad una ricostruzione più attenta dell’intera faccenda, già riscontrabile in alcune parole dette dall’ormai ex commissario, si scopre che costui aveva cecato sin da giugno di capire se fossse o no di sua competenza stilare il piano anti Covid della Regione avendo risposta solo tre mesi dopo, cioè a fine ottobre, quando il decreto che faceva della Calabria governata dal non gradito (al governo e alla maggioranza) Antonio Spirlì una “zona rossa” era già in avanzata elaborazione.

Che poi Cotticelli avesse aspettato altri giorni per leggerne il contenuto (lo ha fatto in pratica davanti alle telecamere l’altra sera), mostrando sciatteria e insensibilità per la responsabilità del ruolo che ricopriva; che, incalzato dal giornalista, da una parte, dava letteralmente i numeri, mostrando di non conoscere i dati essenziali su cui era stato chiamato ad operare (persino la vice lo accusa in diretta di impreparazione) e, dall’altra, si difende con la stessa dirittura morale di un bambino scoperto dalla mamma a rubare la marmellata; questo è sicuramente grave ed indice del declino generalizzato della nostra classe dirigente e degli stessi rappresentanti dello Stato.

Ma la stessa sciatteria è riscontrabile, con responsabilità ben maggiore, nel governo centrale e nel ministero della Salute che per tutta l’estate non si cura minimamente della missiva ricevuta da Cotticelli e nemmeno delle dimissioni da lui a un certo presentate. Un europarlamentare di origini calabresi, Vincenzo Sofo, eletto nella circoscrizione Sud, che ha ricostruito la vicenda in una nota, ha chiesto le dimissioni di Roberto Speranza. Per un politico è un dovere d’ufficio fare questa richiesta, ma quelle dimissioni non arriveranno mai così come non sono finora arrivate per gli altri clamorosi errori commessi dall’intoccabile ministro comunista. Errore e fallimenti che hanno contribuito non poco, insieme a quelli dell’intero governo, a portarci, non dimentichiamolo, nella situazione in cui ci troviamo (con ospedali senza posti e terapie intensive in numero sufficiente e con una deficienza preoccupante di medici e di organizzazione preventiva e assistenziale sul territorio).

Corrado Ocone, 7 novembre 2020

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