Politica

Conte moralizza la Schlein: ma sarà epurato pure lui

Un grottesco rovesciamento dei ruoli: il Pd si prende le lezioni di moralità dal M5s

conte schlein

“Qui gladio ferit gladio perit” recita un celebre proverbio latino, assai antico, ma ancora oggi molto utilizzato nel linguaggio corrente. Lo si potrebbe ora usare, ad esempio, per descrivere la triste parabola degli italici post comunisti, i quali, a forza di moralizzare tutto e tutti, finirono a loro volta con l’essere essi stessi moralizzati.

Un gioco di parole? Macché. A ben vedere, è quanto sta realmente accadendo intorno alla sempre più perturbata galassia dem. Ma andiamo per ordine. Da Mani pulite in poi, nulla è stato risparmiato dall’imponente opera di moralizzazione delle coscienze altrui, intrapresa da loro, quelli che un tempo furono i comunisti, i moralmente superiori, gli unici in grado di uscire indenni dal ciclone giudiziario che spazzò via in un amen la Prima Repubblica e il sistema partitico che l’aveva retta per quasi cinquant’anni.

Da allora, per oltre tre decenni è stato alimentato il falso mito della diversità, quella fastidiosissima vulgata della presunta superiorità morale dei puri comunisti in salsa italica. Col senno del poi, oggi, più che presunta potremmo tranquillamente definirla inesistente. Perché, invero, la tanto decantata superiorità morale non è mai esistita. Non è esistita ieri, già allorquando Enrico Berlinguer sollevò la cosiddetta “questione morale”, e non può certo esistere oggi, con gli eredi del “casto” Pci letteralmente investiti da un susseguirsi infinito di scandali giudiziari, dal Qatargate, fino al recentissimo “caso Bari”.

Si è così giunti, adesso, a un grottesco rovesciamento dei ruoli, con gli eterni moralizzatori che si scoprono essi stessi moralizzati da nuovi e purissimi moralizzatori, investiti, a loro volta, come da una pia missione moralizzatrice delle ormai macchiate coscienze degli antichi moralizzatori.

È proprio così. Quel che apparentemente parrebbe un impronunciabile scioglilingua corrisponde fedelmente alla realtà dei fatti. Con il Pd, storicamente intento a divulgare in ogni dove il sacro dogma della moralità, che oggi (in preda a quei guai giudiziari da cui spesso in passato ha saputo trarre beneficio) si ritrova ad essere moralizzato proprio da quei “compagni di campo largo” del M5S, saliti in cattedra ed autoproclamatisi quali nuovi (pseudo) moralizzatori. Quasi come a voler prendersi con la forza il posto lasciato vacante dall’alleato dem in difficoltà. Una sorta di avvicendamento ideale sul punto più alto dell’altare della moralità.

Ma attenzione: Conte e compagni siano estremamente prudenti. Si guardino bene dall’intraprendere una pericolosissima crociata moralizzatrice di tutto l’universo politico non pentastellato. Perché d’altronde, si sa, “a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”. E neppure questo è soltanto un semplice gioco di parole, né tantomeno un banale scioglilingua. Pd docet. Conte avvisato…

Salvatore Di Bartolo, 10 aprile 2024

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