La Ripartenza

I panel della Ripartenza

Cooperazione e competitività: perchè gli investimenti stranieri sono una necessità

La prima tavola rotonda dell’ottava edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro

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Si intitola “Investimenti stranieri” la prima tavola rotonda dell’ottava edizione de “La Ripartenza, liberi di pensare“, kermesse ideata dal vicedirettore del Giornale, Nicola Porro. Dopo l’immancabile “Una Zanzara nella zuppa”, si sono confrontati Regina Corradini D’Arienzo (Amministratore Delegato e Direttore Generale di SIMEST), Marco Hannappel (Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia), Giovanni Colavita (Chief Executive Officer Colavita USA), Stefano Lucchini (Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo), e Marco Cerrato (Partner Maisto e Associati) sulle possibilità dell’Italia di attrarre investimenti internazionali.

“Molte aperture e grandi investimenti”

Uno dei punti toccati nel corso della tavola rotonda è stata la flat tax per i cittadini che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia. Marco Cerrato di Partner Maisto e Associati ha spiegato: “La norma che consente a chi è stato 10 anni fuori dall’Italia di venire qui, diventare residente, redditi tassati normalmente ma per quello che hanno accumulato all’estero c’è una flat tax di 100 mila euro all’anno che la Meloni ha portato a 200 mila euro all’anno. I numeri sono molto interessanti perchè la norma è ancora lì dopo otto anni e ha portato l’Italia ad essere il quinto Paese al mondo per maggiore mobilità in entrata di persone che hanno patrimonio importante”. “C’è chi viene a godersi una ricchezza che ha eredito, ma ci sono anche molte persone del private equity che vengono, aprono delle società e assumono persone. Milano ha beneficiato di molte aperture con grandi investimenti” ha aggiunto Cerrato: “La risposta è sicuramente positiva. Inoltre, le persone di questo settore fanno da cassa di risonanza ai loro colleghi su Milano, sull’Italia e sulle opportunità economiche del Paese”. La stabilità del governo è un dettaglio fondamentale: “Negli ultimi due anni l’Italia viene vista come un Paese sicuro per la stabilità del governo”.

“Abbiamo bisogno di multinazionali buone”

“Le multinazionali nel nostro Paese sono fondamentali” ha spiegato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia: La prima richiesta è la consapevolezza di sapere cosa significa un Paese senza multinazionali. Esistono multinazionali di due tipi: quelle che hanno la mensa, che vengono qui per investire, e quelle che hanno un ufficio e poi la sede alle Isole Cayman. Esistono un sacco di multinazionali buone, che servono al Paese, e che rappresentano il 20 per cento del Pil nazionale. Noi dobbiamo portare qua le multinazionali buone, che investono. Per farlo c’è bisogno di un governo stabile, perchè gli investimenti miliardari non si fanno per un anno e mezzo, e c’è bisogno di un’Europa diversa”.

Partire dall’Italia per conquistare l’America

Chief Executive Officer Colavita USA, Giovanni Colavita è l’esempio perfetto di un’azienda che parte dall’Italia e riesce a essere iconica in America: “La storia inizia novant’anni fa con mio nonno Giovanni, con un piccolo frantoio nella provincia di Campobasso. Negli anni l’azienda è cresciuta, vendevamo l’olio sfuso ai grandi gruppi. Alla fine degli anni Settanta abbiamo creato un’etichetta ed è iniziata la nostra avventura fuori dall’Italia. Oggi siamo presenti in 80 Paesi, gli Stati Uniti sono il nostro mercato principale. Nel 2017 abbiamo ricevuto una di quelle offerte che non si possono rifiutare, ma abbiamo rifiutato e abbiamo deciso di comprare il distributore americano. La presenza di SIMEST è stata importante sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del supporto. Negli otto anni di percorso Simest è uscita gradualmente. Oggi rappresentiamo i migliori brand italiani”. Colavita non s’è detto preoccupato da Trump, anzi: “Non sono preoccupato perchè credo che la Meloni abbia fatto un grande lavoro diplomatico. Non credo ci sarà un problema di dazi, se dovesse esserci sarà minimo e sarà mitigato dal prezzo del dollaro”.

“La crescita internazionale è una necessità”

Citata da Collavita, SIMEST è rappresentata alla Ripartenza dall’ad e dg Regina Corradini D’Arienzo: “Noi cerchiamo di essere davvero un partner. Siamo soci delle imprese nel mondo o diamo loro finanza pubblica, tassi zero e contributo a fondo perduto. Questo nostro ruolo però è un po’ passato. Il problema non è dare soldi alle imprese, ma individuare opportunità. Il 95 per cento delle PMI devono vedere il mercato estero come il loro sbocco. Per la competitività, la parte internazionale non è più un’opportunità ma una necessità. SIMEST vuole affiancare le PMI e individuare i mercati”. Le aziende più piccole non sono pronte ma bisogna cambiare approccio, ha aggiunto: “Non ci servono altri soldi, dobbiamo fare più cooperazione”.

“Ripensare la sostenibilità”

Chief Institutional Affairs and External Communication Officer Intesa Sanpaolo, Stefano Lucchini con il manager Massimo Lapucci ha recentemente pubblicato il saggio “Ritrovare l’Umano: Perché non c’è sostenibilità senza Health, Human and Happiness” edito da Baldini Castoldi, sostenendo che le metriche esg, per quanto cruciali, non siano più sufficienti per affrontare le sfide globali. A loro avviso la sostenibilità deve essere ripensata attraverso una lente più umanistica, con l’aggiunta di una nuovo booster rappresentata dalle “h”: health, human e happiness. “Il mio libro doveva essere una provocazione” ha ammesso Lucchini, sostenuto nel suo intervento da Lapucci: “L’Italia oggi è all’avanguardia sulla sostenibilità ambientale e sociale, dobbiamo forse essere un po’ poù bravi a rivedere le regole. Oltre a quella dall’alto, serve una spinta dal basso, dalle persone, per noi”.

Franco Lodige, 30 gennaio 2025

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