Politica

Occhio a puntare il dito: cosa non torna sulla morte dell’orsa Amarena

L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate da un uomo, che ora si difende: “Ho sparato per paura, era nella mia proprietà privata”

orso ucciso

Dopo il caso estivo di Jj4, l’orsa del monte Peller che ha ucciso Andrea Papi mentre praticava attività sportiva nei boschi, torna al centro del dibattito politico un altro polverone, questa volta che riguarda l’orsa Amarena, uccisa a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua.

“Ho sparato per paura”

Dopo l’intervento dei Guardiaparco, l’uomo è stato immediatamente identificato e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della stazione locale, affermando che l’animale fosse in realtà entrato nella sua proprietà privata. Da qui, la versione del diretto interessato: “Ho sparato per paura, ma non volevo uccidere. L’ho trovata dentro la mia proprietà: è stato un atto impulsivo e istintivo”. Al momento della morte, vi sarebbero stati anche i due cuccioli, poi immediatamente scappati e ora ricercati dalle Guardie del Parco.

Per approfondire:

Il Parco imputa la piena responsabilità all’uomo, affermando come l’episodio sia “un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco”. E ancora: “Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio”. Questo sulla base del fatto che l’orsa Amarena “non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”. Ad incrementare la dose è anche il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, che parla di “atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione, che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”.

Come è morta l’orsa Amerena

Eppure, nonostante l’uomo sia ora al centro di complessi di criminalizzazione da parte di stampa e politica, ci sono alcuni elementi che dovrebbero essere quantomeno analizzati. Primo: anche il Parco Nazione d’Abruzzo Lazio e Molise, che pure condanna l’episodio come “gravissimo”, ammette che l’animale si trovava fuori dalla zona delimitata del Parco e dell’Area Contigua, il che lo rende già un pericolo per la popolazione. Secondo: secondo quanto emerso sinora, e confermato dal direttore del Parco Nazionale, Luciano Sammarone, “l’orsa Amarena era entrata in una recinzione” in piena notte, alle 23 circa. Insomma: in proprietà privata. Terzo: l’uomo accusato gode del legittimo possesso dall’arma da fuoco.

Ovviamente, la sinistra non poteva risparmiarci il suo ennesimo cabaret politico. La componente dei Verdi di Angelo Bonelli è arrivata financo ad imputare la responsabilità morale della morte dell’orsa a Giorgia Meloni. “Ecco le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west – ha affermato Eleonora Evi, deputata e co-portavoce di Europa Verde – consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette. Questo governo è il responsabile morale di azioni gravissime come questa, in cui un uomo si sente libero di imbracciare un fucile e sparare ad uno dei pochi esemplari femmina del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che non aveva mai causato alcun problema alle persone. Tutto questo deve essere fermato”. Le sentenze politiche sono già partite, nonostante il caso debba essere ancora accertato in tutte le sue circostanze. E gli effetti già si vedono: l’uomo che ha esploso i colpi di fucile è già stato insultato e minacciato di morte sui social.

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